Kenyatta, Jomo
Leader nazionalista e anticoloniale e primo presidente del Kenya (Ichaweri 1894 ca.-Mombasa 1978). Figlio di un capo-villaggio kikuyu, il suo nome originario era Kamau Ngengi. Lasciò la famiglia per risiedere in una missione presbiteriana e fu battezzato nel 1914 come Johnstone Kamau. Trasferitosi a Nairobi e impiegato nell’amministrazione coloniale, assunse il nome di Kenyatta. Attivista politico per la popolazione kikuyu fin dal 1922, rappresentò le istanze della sua gente per la riacquisizione del controllo sulle terre espropriate a favore dei piantatori bianchi. Segretario della Kikuyu central association (KCA) (1928), giornalista, sostenne la causa dell’unione dei tre possedimenti britannici in Africa orientale (Kenya, Uganda e Tanganika) in un’unica entità. Fra il 1931 e il 1946 visse a Londra, dove studiò antropologia con B. Malinowski e pubblicò un’opera sull’impatto del colonialismo sui kikuyu (Facing Mount Kenya, 1938). Panafricanista militante, fu in Unione Sovietica e per un periodo vicino al movimento comunista. Tornato in patria (1946) assunse la presidenza della neonata Kenya African union, a predominanza kikuyu. Sospettato di coinvolgimento nella rivolta dei Mau-Mau, fu imprigionato fra il 1952 e il 1961; ciò non impedì che nel 1960 fosse eletto presidente della nuova forza nazionalista e anticoloniale Kenya African national union (KANU). Rilasciato, nel 1962 negoziò la transizione all’indipendenza (12 dicembre 1963) e nel 1963-64 guidò il primo governo di maggioranza, per poi divenire nel 1964 presidente della nuova Repubblica, di fatto a partito unico. Negli anni successivi la figura di K. rimase un potente fattore di unità nazionale. Si allontanò ben presto dalla sua impostazione socialista maturata negli anni della lotta al colonialismo, allineando saldamente il suo Kenya con l’Occidente. Abile statista e costruttore di consenso, governò con moderazione, garantendo una buona stabilità al Paese. Pur delegando i poteri in maniera crescente, tenne la presidenza fino alla morte. Gli successe Daniel Toroitich Arap Moi.