Mackenzie, John Stuart
Filosofo scozzese (Springburn, Glasgow, 1860 - Brockweiz, Chepstow, 1935). Insegnò filosofia nell’University College di Cardiff (1895-1915). Il suo pensiero è informato al neohegelismo, cui fu indirizzato da Caird, che ebbe come maestro. Da un primitivo interesse sociologico (che lo condusse a una dottrina dello Stato in senso cosmopolitico), M. passò successivamente a occuparsi di problemi etici, sostenendo una concezione, in linea con le tendenze generali del neohegelismo inglese (specie quello di Green), in cui l’ideale dell’autorealizzazione del soggetto assume un ruolo fondamentale. La sua speculazione culmina peraltro nella problematica esposta in Outlines of metaphysics (1902), dove l’assunto di un progressivo sviluppo dell’Universo, concepito come essenzialmente spirituale, caratterizzato da un ordine e da un’armonia sempre crescente, permette a M. di spiegare il dolore, il male, la contingenza in genere come momenti unilaterali, funzionali tuttavia, da un punto di vista superiore, nella economia del tutto. Aperto agli apporti di tendenze di pensiero diverse, anche estranee alla filosofia idealistica, risentì dell’influenza delle teorie di Moore e tentò, nelle sue ultime opere, di assorbire motivi pragmatisti (per es., quelli di F.C.S. Schiller), mettendo in luce il ruolo costruttivo del filosofare. Tra le altre sue opere si ricordano: An introduction to social philosophy (1890); A manual of ethics (1893); Elements of constructive philosophy (1917); Outlines of social philosophy (1918); Fundamental problems of life (1928); Cosmic problems (1931).