RAY (o Wray), John
Naturalista, nato a Black Notley (Essex) il 29 novembre (?) 1627, morto a Dewland il 17 gennaio 1705. Di umile origine, studiò all'università di Cambridge e dal 1651 al 1658 fu lettore, al Trinity College, di greco, matematiche e umanità. In compagnia e con l'aiuto di un ricco discepolo, Francis Willughby, compì numerose escursioni in patria e viaggi all'estero (Paesi Bassi, Germania, Francia, Svizzera, Italia). Dopo il ritorno di Carlo II al trono, non volle sottoscrivere il "Bartolomew Act", e dovette rinunciare perciò alla carriera ecclesiastica e universitaria. Il Willughby, morendo nel 1672, gli lasciò una pensione e l'incarico di educare i figli e di completare e pubblicare le proprie opere zoologiche. Dopo tre anni, morta anche la moglie del Willughby, si ritirò nel paese natale, e continuò la propria attività di naturalista. Nel 1667 fu nominato membro della Royal Society.
Come zoologo, il R. si occupò soprattutto della pubblicazione di varie opere lasciate incomplete dal Willughby: la Ornithologia (Londra 1676) che tradusse poi in inglese con aggiunte (Londra 1678), la Historia piscium (Oxford 1686), la Historia insectorum (Londra 1710), e scrisse anche una Synopsis animalium quadrupedum et serpentini generis (ivi 1693). Non si può distinguere con certezza il contributo dell'autore e del revisore, ma certo il R. dovette avere parte importante nella compilazione di queste opere. L'ornitologia è un'accurata descrizione di molte specie d'uccelli inglesi e d'altre contrade, che tiene conto delle opere precedenti di C. Gesner, U. Aldrovandi, ecc., e anche di quelle che si riferiscono all'anatomia e allo sviluppo (M. Malpighi, W. Harvey, Th. Willis, ecc.). Contiene molte osservazioni interessanti e acute, anche sui costumi, le migrazioni e altri argomenti controversi. V'è il primo chiaro accenno di definizione della specie e dei generi, ma la classificazione è assai imperfetta. L'ittiologia è nettamente inferiore, per numero di specie osservate e per acutezza di osservazioni, alle analoghe opere di P. Belon, G. Rondelet, I. Salviani, ecc. Anche meno importanti, in confronto di altre opere contemporanee, sono la storia degl'Insetti (in cui peraltro distingue gli ametaboli dagli olometaboli) e dei Quadrupedi.
La botanica deve al R. il Catalogus plantarum circa Cantabrigiam nascentium (Cambridge 1660), l'opera sua più originale, il primo catalogo locale di piante, in cui sono elencate, con note sull'habitat e su altri argomenti interessanti, 671 specie; il Catalogus plantarum Angliae (Londra 1670), il Methodus plantarum nova (ivi 1682), la Historia plantarum (ivi 1686-1704, voll. 3), la Synopsis methodica stirpium britannicarum (ivi 1690). Pur non avendo saputo liberarsi dall'antica classificazione in erbe, arbusti, alberi, il R. sentì la necessità di valersi di numerosi caratteri per la classificazione e distinse alcune famiglie (summa genera) principali, intuendo il principio della classificazione naturale. A lui si devono la distinzione e i termini di Monocotiledoni e Dicotiledoni. Seppe valersi anche delle conoscenze anatomiche e istologiche acquistate da M. Malpighi e N. Grew.
Il R. si deve considerare come uno dei principali percursori di Linneo, avendo intuito parecchi concetti (specie e sua fissità, genere, classificazione naturale, ecc.), che furono poi chiaramente definiti dal botanico svedese; avendo fatto un primo passo verso una nomenclatura razionale; e avendo contribuito, con molte esatte e minute descrizioni, a preparare i materiali per la grande riforma della sistematica botanica e zoologica.
Oltre alle opere citate, ricordiamo: Nomenclator classicus sive Dictionariolum trilingue (Londra 1675); Collection of english proverbs (Cambridge 1670); Observations.... made in a journey, ecc. (Londra 1673); Methodus insectorum (ivi 1705). La sua corrispondenza fu pubblicata da E. Lankester (ivi 1848).
Gl'Inglesi, considerandolo giustamente come il padre della storia naturale nel loro paese, fondarono nel 1844 la Ray Society.
Bibl.: J. R. Select remains, with his life by Dr. Derham, Londra 1760, ripubblicato dalla Ray Soc. come Memorials of J. R. (ivi 1846); L. C. Miall, The early naturalists, ivi 1612, pp. 99-130.