RANDOLPH, John
Uomo politico americano, nato a Cawsons (Virginia) il 2 giugno 1773, morto a Filadelfia il 24 maggio 1833. Egli si vantava di discendere da Giovanni Rolfe e dalla sua sposa pellerossa Pocahontas, ma il suo più imparziale biografo ha rilevato piuttosto in lui segni di sangue nero. Brillante, originale ed eloquente in grado eminente, si trovò con l'ascesa al potere del suo partito, il democratico, nel 1801, capo del comitato dei "ways e means", cioè leader della maggioranza nella Camera federale dei rappresentanti. Avrebbe potuto aspirare alle più alte cariche dello stato; invece in sei anni seppe col suo carattere indisciplinato e collerico allontanare tutte le simpatie e creare quasi il vuoto intorno a sé e alla sua piccola fazione detta dei "quids". Andò nel 1805 contro il governo e il suo partito nella questione delle concessioni "Yazoos" (v. Georgia). Geloso, probabilmente, del segretario di stato J. Madison per il quale si preparava la successione a Th. Jefferson nella presidenza, egli attaccò (1805-06) la politica del governo che voleva pagare 2 (e poi 5) milioni di dollari alla Francia affine di rimuovere la protesta della Spagna contro l'annessione della Florida occidentale. Oramai completamente esautorato, continuò a rappresentare il suo distretto nel congresso (alla camera 1799-1883, 1815-17, 1819-25, 1827-29, e al senato 1825-27) ma sempre con minore prestigio, cercando di difendere con intransigenza apparente, ma in pratica con pochissima coerenza, la politica ideale del partito repubblicano (poi detto "democratico") di Jefferson e della rivoluzione francese. A scusa d'un talento così sciupato, varie cause si sono addotte; un temperamento morbosamente sensibile, invidioso e prepotente, un gusto eccessivo per le bevande alcooliche, e forse una forma di alienazione mentale.
Egli ha importanza nella storia per essere stato il primo tenace assertore della dottrina dei "diritti degli stati" e il creatore del dogma, che attraverso J. C. Calhoun portò poi alla guerra civile, del diritto dei singoli stati di chiedere lo scioglimento dell'unione federale. Nello stesso tempo era "amico dei Negri" e liberò i suoi schiavi con il suo testamento del 1821 che ebbe valore quando a causa della sua sopraggiunta follia un tribunale dichiarò invalido il suo testamento del 1832.
Bibl.: H. Adams, John R., Boston 1882 (rist. 1898), in American statesmen series: l'unica biografia quasi imparziale che esiste di lui; si possono consultare anche ma con cautela: H. A. Garland, J. R., voll. 2, New York 1850; W. C. Bruce, John R. of Roanoke, voll. 2, ivi 1922; Gerald W. Johnson, R. of Roanoke, a political fantastic (Biographies of unusual Americans), ivi 1929; F. W. Thomas, J. R. of Roanoke, Filadelfia 1853. Del R. stesso è stato pubblicato: Letters to a young relative, ivi 1834.