Coetzee, John Maxwell
Scrittore sudafricano di lingua inglese, nato il 9 febbraio 1940 a Città del Capo. Nel 2003 è stato insignito del premio Nobel per la letteratura. Laureatosi presso la University of Cape Town in inglese (1960) e in matematica (1961), ha successivamente (1965-1968) compiuto studi linguistici alla University of Texas di Austin e ha poi insegnato letteratura americana in Sudafrica e negli Stati Uniti. Autore di saggi di linguistica e critica letteraria, traduttore dall'afrikaans e dal nederlandese, nel 1974 ha esordito come narratore con Dusklands (trad. it. Terre al crepuscolo, 2003), composto da due racconti: protagonisti del primo sono il conflitto vietnamita e i condizionamenti ideologici sull'informazione cui esso diede luogo, mentre il secondo racconto, sullo sfondo di un vagheggiato ambiente boero settecentesco, narra la storia di un uomo di frontiera che aspira a una violenta quanto liberatoria vendetta contro gli ottentotti, colpevoli di non averlo rispettato in quanto 'uomo bianco'. Comune ai protagonisti dei due racconti è l'ossessione della colonizzazione.
Già con questa prima prova C. si è segnalato come uno degli scrittori più originali della sua generazione. Creatore di personaggi tormentati da un'irredimibile solitudine, che vivono in luoghi indeterminati del mondo ma anche della mente, mentre subiscono la cultura della loro terra cui sono, nonostante la tacita o dichiarata opposizione, profondamente legati, C. si dimostra scrittore scettico ma inflessibile nella critica del falso moralismo di cui è permeata la civiltà occidentale. In In the heart of the country (1977; trad. it. Deserto, 1993) la protagonista lotta ferocemente per non venire esclusa da un mondo che sembra inesorabilmente emarginarla. Il suo successivo romanzo Waiting for the barbarians (1980; trad. it. 1983) trova un antecedente in J. Conrad: la 'tenebra conradiana' rintraccia, nella trama del quotidiano, segni chiarificatori, ancorché precari, della vita. Suggestioni da D. Defoe si ritrovano in Life and times of Michael K. (vincitore del Booker Prize 1983; trad. it. 1986): Michael K. è un outsider - come tanti altri personaggi di C. -, un uomo afflitto da handicap mentali, in fuga da una guerra dagli oscuri motivi; egli agogna di raggiungere la fattoria della madre dove spera di trovare nuove radici, ma la guerra lo sorprende anche lì; e contro la violenza della storia vince, nella sua estrema innocenza, 'l'anima universale' del protagonista. È F.M. Dostoevskij il protagonista di The master of Petersburg (1994; trad. it. 1994), di cui C. racconta le più estreme passioni. In Disgrace (1999; trad. it. 2000) è narrata la storia di un professore universitario divorziato che accetta con sottile rassegnazione l'approssimarsi della vecchiaia e del suo incontro con una studentessa, che si trasforma in una vicenda erotico-sentimentale per poi concludersi con una denuncia per molestie sessuali. Vincitore nel 1999 del Booker Prize, Disgrace è un romanzo sulla vergogna e sulla trasgressione, sulla colpa e sulla punizione. Amaro ritratto del Sudafrica post-apartheid, è anche un romanzo spietato e feroce nella sua struttura stilistica tesa ed essenziale, lontano da facili psicologismi ma non per questo meno profondamente violento. In The life of animals (1999; trad. it. 2000) C. assume posizioni animaliste attraverso la voce narrante di Elizabeth Costello, anziana e popolare romanziera che, invitata a discorrere dei suoi libri, parla invece delle vite degli animali maltrattati dagli uomini, denunciando le storture etiche di una società che avalla il massacro di esseri viventi considerati solo bestie. Del 2003 è Elizabeth Costello: eight lessons, in cui C. riprende il suo alter ego narrativo femminile. Autore come pochi in grado di toccare una così vasta gamma di temi, in ogni parte della sua opera C. mantiene sempre viva la sua eterna domanda, ossia attraverso quali percorsi i suoi personaggi possono giungere a una qualche possibile salvezza.
bibliografia
N. Gordimer, prefazione a Critical perspectives on J.M. Coetzee, ed. G. Huggan, S. Watson, London-New York 1996.
T.F. Strode, The ethics of exile: colonialism in the fictions of Charles Brockden Brown and J.M. Coetzee, New York 2005.