Grierson, John
Teorico, produttore e regista cinematografico scozzese, nato a Deanston il 26 aprile 1898 e morto a Bath (Inghilterra) il 19 febbraio 1972. Promotore della scuola documentaristica britannica, viene considerato il primo ad aver utilizzato con piena consapevolezza del significato il termine documentario, tematizzandolo come genere in alcuni scritti teorici raccolti poi, nel 1946, dal suo biografo ufficiale F. Hardy nel volume Grierson on documentary (nuova ed. 1966; trad. it. Documentario e realtà, a cura di F. Di Giammatteo, 1950). Influenzato dai cineasti sovietici e in particolare dalla teoria del montaggio di Sergej M. Ejzenštejn, sviluppò una concezione politica del cinema volta a valorizzarne la funzione sociale e informativa. Si interessò ai mass media, pubblicando scritti e tenendo conferenze, lavorò per molti anni per l'unità di propaganda cinematografica governativa, per la quale realizzò Drifters (1929), suo primo e unico film, e organizzò l'attività di un nutrito gruppo di documentaristi. Pur mantenendosi fedele a una concezione del cinema basata sugli aspetti sociali e comunicativi piuttosto che su quelli specificamente estetici, cercò sempre il confronto con personalità dalle posizioni ideologiche differenti, come Robert J. Flaherty e Alberto Cavalcanti.
Prestato servizio nella Royal Navy durante la Prima guerra mondiale, effettuò studi filosofici presso l'Università di Glasgow. Grazie a una borsa di studio della Laura Spellman Rockefeller Memorial Foundation, nel 1924 si recò negli Stati Uniti dove rimase tre anni e perfezionò i suoi studi in materia di comunicazione, aderendo alle teorie di W. Lippmann sui mass media. Negli Stati Uniti conobbe anche Flaherty e rimase profondamente impressionato dal suo lavoro. Tornato in Inghilterra, cominciò a pubblicare saggi e a organizzare conferenze sui moderni mezzi di informazione e diffusio-ne della cultura. Quest'attività destò l'attenzione di S. Tallents, segretario dell'Empire Marketing Board, l'ufficio governativo preposto a promuovere ricerche nel campo della produzione, conservazione e trasporto delle derrate alimentari dell'Impero britannico. Convinto assertore del valore propagandistico del cinema, Tallents chiamò G. a costituire un nuovo settore dell'ente, il Film Unit, istituendo così nel 1928 l'EMBFU (Empire Marketing Board Film Unit). L'anno successivo G. girò Drifters in alcuni villaggi del Mare del Nord, descrivendo la vita e il lavoro dei pescatori di aringhe con una grande capacità analitica e una notevole espressività poetica. Il film produsse una forte impressione nel pubblico della London Film Society (il primo cineclub inglese) e suscitò un vasto interesse: G. infatti pose particolare attenzione sia alla resa fotografica sia al ritmo del montaggio, conferendo alla materia filmica una particolare drammaticità. Dedicò quindi le sue energie a riunire e organizzare intorno a sé un gruppo di documentaristi sensibili ai diversi aspetti del reale, quali Paul Rotha, Basil Wright, Arthur Elton e Harry Watt. In questa prima fase del suo lavoro, in cui ebbe soprattutto un ruolo di ideologo e coordinatore, teorizzò che il documentario dovesse essere uno strumento per riformare la società britannica secondo un ideale di etica sociale, un mezzo fondamentale per offrire un quadro della realtà, delle sue trasformazioni e dei suoi problemi agli uomini e indurli a tentare di risolverli, svolgendo in tal modo una funzione decisiva nei confronti dello Stato. Con l'aiuto finanziario e morale di molti enti pubblici e società private, tra il 1930 e il 1933 l'EMBFU realizzò numerose produzioni che raggiunsero una vasta platea. Ben presto l'impeto didascalico prevalse sull'istinto poetico e si privilegiarono il contenuto e il messaggio didattico dei progetti, ritenendo la ricerca stilistica un obiettivo secondario. Nel 1931 G. invitò in Gran Bretagna Flaherty, che aveva sempre considerato il suo maestro, per girare un film sull'edilizia industriale nelle regioni del Nord del Paese. Tra i due registi nacque un profondo conflitto per l'incapacità di Flaherty di sottostare alla struttura burocratica dell'EMBFU: i materiali di Industrial Britain (1931-32), girati senza una sceneggiatura precisa dal documentarista statunitense, vennero poi montati da Edgar Anstey insieme ad altri brani girati da Wright ed Elton.
Nel 1933, disciolto l'Empire Marketing Board, il Film Unit passò alle dipendenze del General Post Office (GPO), sempre sotto la guida di G. e la protezione politica di Tallents, legandosi con forza agli obiettivi della socialdemocrazia britannica. Dopo la rottura con Flaherty, G. si circondò di nuovi collaboratori di indiscusso valore, quali il poeta Wystan Hugh Auden, gli sperimentatori del cinema d'animazione Len Lye e Norman McLaren, i registi Lotte Reiniger, Jiří Weiss, A. Cavalcanti. Produzioni come The song of Ceylon (1934) di Wright o Night mail (1936) di Watt e Wright tennero con-to dello stile poetico del montaggio, sebbene, soprattutto nel secondo caso, fosse stato dato rilievo fondamentalmente al ruolo etico-sociale della comunicazione. I documentari prodotti in seguito ebbero uno stile più giornalistico e didattico, ma il GPO offrì la possibilità di esprimersi anche a una personalità come quella di Humphrey Jennings, che esordì nel 1939 con Spare time.
Frattanto G., dopo aver contribuito in qualità di Film Advisor allo sviluppo di movimenti analoghi a quello della scuola documentaria inglese in Canada, Australia e Nuova Zelanda, dal 1939 al 1945 si trasferì in Canada dove fondò e diresse l'Office national du film/National Film Board e da dove svolse un ruolo fondamentale nella propaganda alleata, durante la Seconda guerra mondiale, contro la dittatura di A. Hitler. L'esperienza del nazismo e quella successiva del maccartismo segnarono profondamente G. che proseguì il suo lavoro con rinnovata consapevolezza. Nel 1947 accettò un'alta carica all'UNESCO, sempre nel campo delle comunicazioni di massa. Rientrato in Gran Bretagna nel 1948, seguì le attività delle nuove organizzazioni produttive del Paese, e in particolare del Group 3, nato con lo scopo di offrire opportunità a giovani registi e sceneggiatori; dal 1957 al 1967 curò il programma settimanale This wonderful world per la televisione scozzese, presentando estratti di documentari provenienti da tutto il mondo.
F. Hardy, John Grierson: a documentary biography, London 1979; The documentary film movement: an anthology, ed. I. Aitken, Edinburgh 1998; J.C. Ellis, John Grierson: life, contributions, influence, Carbondale (IL) 2000.