GIBSON, John
Scultore, nato presso Conway, battezzato il 19 giugno 1790, morto a Roma il 27 gennaio 1866. Fu prima apprendista in un'officina d'intagli in legno a Liverpool, poi nel laboratorio di marmi Francis, e durante questo periodo studiò anche assiduamente l'anatomia. Espose per la prima volta nell'Accademia reale nel 1816 e un anno dopo poté attuare la sua aspirazione di studiare a Roma, dove si stabilì, salvo qualche visita in Inghilterra. Il Canova lo tenne a Roma come allievo e lo fece conoscere al Thorwaldsen, da cui egli fu fortemente influenzato.
Con il Wyatt e con il Chantrey, il G. veniva considerato il più importante scultore dei suoi tempi. Ma nonostante le finezze di esecuzione, la sua arte è freddamente imitativa e non corrisponde alla rinomanza che godette. Fra le sue opere: Psiche portata dagli Zefiri (eseguita nel 1822 per sir George Beaumont), Hylas e le Ninfe (1826: Londra, Tate Gallery), Il Cacciatore e il Cane (eseguito per il signor Sandbach nel 1844), La Venere colorita (1851), la statua della regina Vittoria fra la Giustizia e la Clemenza (Londra, Parlamento), statua di Huskisson (1831, Liverpool, Cimitero, replica con variante del 1844). Altre importanti opere del G. sono nella Galleria d'arte Walker e nella Royal Institution a Liverpool, e nell'Accademia reale (Galleria Gibson) di Londra.
Bibl.: T. Matthews, The Biography of J. G., Londra 1911; L. B., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIII, Lipsia 1920.