Poeta, saggista e traduttore inglese (Londra 1918 - ivi 2006). In netta rottura con i tecnicismi della coeva poesia inglese, la sua poetica si richiama direttamente alle tendenze romantiche sia nei moduli espressivi che nella scelta dei temi, ispirati alla mitologia nordica e alla storia naturale e venati nell'ultima fase della sua produzione da un acceso tono satirico.
La sua poesia si riallacciò a quella dei romantici minori della fine del 19º sec. (in particolare a L. Johnson); le sue prime raccolte poetiche (Wounded Thammuz, 1942; The divided ways, 1946) gli valsero l'etichetta di poeta neo-romantico. Attraverso il linguaggio prezioso e dotto, la tecnica sofisticata, il contenuto mitologico, leggendario o storico permeato di tradizione cristiana, il contrasto sempre presente tra l'amore divino e l'amore terreno, H. espresse il netto rifiuto del tono colloquiale e della ricerca tecnicistica della poesia inglese contemporanea. Scrisse un'opera critica sulla tarda poesia romantica (The darkling plain, 1950); tradusse da G. Leopardi, da A. de Vigny, il Rubā‛ iyyāt di ‛Omar Khayyām (1979, con P. Avery). Gli furono conferiti la Medaglia d'oro della Regina per la poesia nel 1973 e il riconoscimento dell'Ordine dell'Impero britannico nel
Le raccolte dell'ultimo periodo furono caratterizzate da una inaspettata vena satirica che ebbe per oggetto i temi a H. più cari: mitologia nordica, storia naturale e contraddizioni della condizione umana. Tra le opere poetiche: The swarming of the bees, 1950; The triumph of the Muse, 1958; The blue-fly in his head, 1962; Satires and epigrams, 1968; Four poems in meas ure, 1973; The mouse, the bird and the sausage, 1978; Sweetapple earth, 1993; Galileo's salad, 1996; The sound of light, 1999; The return of the cranes, 2002; Pigs might fly, 2005.