Nome d'arte del regista cinematografico statunitense Sean O' Feeney (Cape Elizabeth, Maine, 1895 - Palm Springs, California, 1973). Fu uno delle maggiori personalità della storia del cinema, sia per la mole della produzione, che comprende oltre 100 film, sia per il contributo dato all'affermazione e al consolidamento di una tradizione narrativa e spettacolare. Formatosi sin dall'inizio nel cinema, a contatto col suo apparato, ne ha percorso quasi l'intero itinerario (il suo primo lungometraggio, Straight shoot ing, è del 1917), operando sia nel senso dell'accettazione degli elementi progressivamente costituitisi in convenzione, sia nel senso dell'innovazione con originali apporti personali. Alcuni generi hanno finito col trovare in F. un punto di riferimento necessario, in particolare il genere western, da The iron horse (1924), assai importante per l'evoluzione del racconto, fino al classico Stagecoach (Ombre rosse, 1939). Gli interessi di F. vanno però in più direzioni; dietro la linearità della sua opera, infatti, c'è l'influsso di due culture, quella irlandese d'origine, che si rivela per esempio nelle venature di ribellismo romantico, e quella americana del "mito della frontiera", che si rivela nel gusto dell'avventura e della conquista, nell'amore dei grandi spazî e soprattutto nel senso dell'individuo. Alla geografia irlandese, già trattata più volte, tornerà ancora per esempio con film di atmosfera, descrittivi (The informer, Il traditore, 1935) o evocativi (The quiet man, 1952) di forti storie individuali. Egli raggiunge così, muovendosi costantemente tra il tema dell'individuo e quello complementare dell'ampliamento corale, tonalità tipiche che vanno dai contrasti drammatici (The grapes of wrath, Furore, 1940) all'ironia, dalla concitazione dei fatti alla distensione, ecc., creando un mondo poetico di non grande spessore culturale ma di ampia risonanza popolare (il rimpianto per la natura perduta, l'esaltazione dei valori tradizionali, il sentimento del rifiuto e dell'avventura e insieme la presenza del destino). Si possono ricordare ancora: Four sons (L'ultima gioia, 1928), The lost patrol (1934), The whole town's talking (Tutta la città ne parla, 1935), The long voyage home (Viaggio senza fine, 1940), Tobacco road (1941), How green was my valley (1941), My darling Clementine (Sfida infernale, 1946), Fort Apache (Il massacro di Fort Apache, 1947), Wagonmaster (La carovana dei Mormoni, 1950), Rio Bravo (1950), The seachers (Sentieri selvaggi, 1956), The man who shot Liberty Valance (1961), How the West was won (La conquista del West, 1962), Cheyenne autumn (Il grande sentiero, 1964), Seven women (Missione in Manciuria, 1966). Ottenne l'Oscar negli anni 1935, 1940, 1941 e 1952.