WATSON, John Broadus
Psicologo, nato presso Greenville nella Carolina del Sud il 9 gennaio 1878, morto a Woodbury, Connecticut, il 25 settembre 1958. Nell'autunno del 1908 fu nominato prof. di psicologia sperimentale e comparata all'univ. Johns Hopkins di Baltimora; nel 1909 fu eletto condirettore dello Psychological Bulletin e della Psychological Review; di quest'ultima fu direttore dal 1910 al 1915, condirettore dal 1916 al 1927, quando della rivista passa ad essere uno dei condirettori consulenti. Dalla fondazione, alla quale prese parte importante (1916) sino al 1927, fu anche direttore del Journal of Experimental Psychology. Fu altresì direttore del Journal of Animal Behavior e delle Behavior Monographs (1911-17) e condirettore di altre importanti riviste scientifiche. Nel 1915 fu eletto presidente dell'Associazione Americana di Psicologia. Durante la prima guerra mondiale, gli furono assegnati dalle forze armate del suo paese diversi incarichi nell'ambito della sua competenza di psicologo. Nel 1920, richiestone dai moderatori dell'Università, il W. rassegnò le dimissioni dall'insegnamento per motivi di famiglia. Si dette quindi al commercio nella "J. Walter Thompson Company" della quale fu vicepresidente dal 1924 al 1936, quando fu nominato vicepresidente della "William Esty and Company". Continuò a coltivare la psicologia fra l'altro impartendo corsi sul Behaviorismo nella New School for Social Research e nella Cooper Union a New York (tra il 1920 e il 1930).
Le ricerche del W. si estendono nel campo della psicologia animale e nel settore della psicologia infantile. Dalla prima indagine, compiuta sotto la guida di J. R. Angell e H. H. Donaldson, quando era ancora studente all'università di Chicago, sulla "correlazione tra la complessità crescente del comportamento nel topo bianco e lo sviluppo della mielinizzazione nel sistema nervoso centrale" (vedi A history of psychology in autobiography, vol. III, p. 273) e dalla tesi di dottorato su Animal Education: the psychical development of the white rat (Chicago 1903) sino all'allontanamento dalla carriera accademica, il W. presentò alle stampe una vasta produzione scientifica, concernente specialmente ricerche sull'apprendimento e sulla soluzione di problemi da parte di animali (topi, posti in labirinti); sulla visione dei colori (roditori e scimmie); sugli istinti di ritorno al nido e su altri comportamenti istintivi (rondini di mare); sul compito della cinestesi nel controllo del comportamento; sul primo sviluppo emotivo del bambino. Qui basti ricordare le opere che hanno segnato l'inizio e l'affermazione del Behaviorismo: Psychology as a Behaviorist views it, in The Psychological Review, 1913; Behavior: an introduction to comparative psychology, New York 1914; Psychology from the standpoint of a Behaviorist, Filadelfia 1919 (2ª ed. 1924); Behaviorism, New York 1924-25 (sono quivi messi insieme conferenze e articoli di divulgazione sul Behaviorismo o psicologia del comportamento; ed. riv., e notevolmente aumentata, 1930). Qual si sia il giudizio che si ritiene di dover dare sulle ricerche e sui risultati del W., è fuori contestazione che l'opera e la figura di W. occupano un posto importante nella psicologia contemporanea, per essere egli stato il promotore vigoroso, se non l'originale ideatore, del behaviorismo e un assertore tenace, e fecondo, della ricerca sperimentale.
Bibl.: Elenco degli scritti fino al 1929 in Psychological Register di C. Murchison, III (1932), p. 528 segg.; J. B. Watson, Autopresentazione, in A history of Psychology in Autobiography, Worcester, Massachusetts, 1936, voll. III, pp. 271 ss.; G. Bergmann, The contribution of John B. Watson, in The Psychological Review, 1956, pp. 265 ss.