BARTH, John (Simmons)
Nato a Cambridge (Maryland) il 27 maggio 1930, è uno dei più noti scrittori americani della generazione di mezzo, ed è anche docente universitario di letteratura inglese. In qualche modo a metà strada tra il virtuosismo di scrittori come Borges, Beckett o Nabokov e l'estremismo formale di un T. Pynchon o di un Donald Barthelme, la narrativa di B. si distingue per una sorta di follia parodistica sempre al limite tra paradosso e silenzio. I suoi primi romanzi sembrano ancora obbedire a una qualche struttura convenzionale pur chiarendo già inequivocabilmente che al centro di un'arte che nasce dalla contemplazione nichilistica è il gusto del gioco in quanto tale, del racconto per il racconto.
A The floating opera del 1956 (trad. it. L'opera galleggiante, Milano 1968) e a The end of the road del 1958 (trad. it. Fine della strada, Milano 1966), di cui fu rilevata l'arguzia, la chiarezza narrativa e la capacità favolistica "più intenta alla mente dell'uomo che alla società che la circonda", fa seguito The Sot weed Factor del 1960 (trad. it. Il coltivatore del Maryland, Milano 1968), scelto come uno dei venti migliori romanzi del dopoguerra in un sondaggio condotto da Book week, che è una parodia rabelaisiana d'un romanzo storico ambientato nel Maryland settecentesco e in Inghilterra, ma anche un'allegoria "dell'innocenza radicale... e dell'artista al culmine della propria ricerca e della propria negazione". Le qualità precipue del libro sono - al di là delle complessità - la scrittura robusta ed il vivo, prezioso senso della commedia.
L'allegoria torna, in forma più insistita, in Giles goat-boy del 1966 (trad. it. Giles ragazzo-capra, Milano 1972), un libro - peraltro - d'intenzioni ed effetti di maggiore ambiguità. Infine nei racconti di Lost in the fun house del 1968 (trad. it. La casa dell'allegria, Milano 1974) convergono tecniche ed espedienti diversi, in un collage fantasmagorico di pagina scritta, nastro magnetico e viva voce. D'ispirazione talora esplicitamente boccacciana, i racconti riflettono in realtà ancora una volta più da vicino Rabelais, oltre che, naturalmente, le fonti più dirette e affini del B., Borges e Beckett.
Bibl.: J. H. Bryant, The open decision: The contemporary American novel and its intellectual background, New York 1970; G. Joseph, John Barth, University of Minnesota pamphlets on American writers n. 91, 1970; T. Tanner, City of words: American fiction 1950-70, New York 1971; F. Binni, Narrativa americana degli anni sessanta, Torino 1974.