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BALGUY, John

di Alberto Pincherle - Enciclopedia Italiana (1930)
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BALGUY, John

Alberto Pincherle

Nato a Sheffield il 1686 e ordinato ministro anglicano, dopo gli studî a Cambridge, nel 1711 prese, con lo pseudonimo di Sylvius, le parti del vescovo Hoadley nella "controversia Bangoriana" (v. bangoriana, controversia). Tra gli scritti, sono da ricordare: A letter to a Deist concerning the Beauty and Excellency of moral Virtue, and the Support and Improvement which it receives from the Christian Religion (1726); The Foundation of moral Goodness (1728) e un secondo volume, illustrating and enforcing the Principles contained in the former (1728). Combattendo Shaftesbury e il suo discepolo Hutcheson, sostiene che la virtù consiste nel conformarsi alla ragione; e, se va amata per sé stessa, è rafforzata dalla promessa di premî. In Divine Rectitude, or a brief Inquiry concerning the moral Perfection of the Deity, questa è fatta consistere in un ordine e in un'armonia assoluta, a cui ogni essere intelligente può e deve conformarsi; sicché l'azione divina è improntata allo stesso principio morale che regge l'operare umano. Si comprende pertanto come, nell'Essay on Redemption, il Balguy respinga l'idea che la redenzione implichi una "punizione vicaria" o una "sostituzione di persona". Dei Sermoni, il secondo volume apparve postumo, nel 1750.

Bibl.: Dictionary of National Biography, I, p. 980 seg.

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