Rehmke, Johannes
Filosofo tedesco (Elmshorn, Schleswig-Holstein, 1848 - Marburgo 1930). Insegnò nell’univ. di Greifswald (1885-1921). Nelle sue prime opere si occupò in modo particolare di gnoseologia e psicologia, sviluppando successivamente una sua precisa posizione filosofica, affine alla «filosofia dell’immanenza» (Schuppe) e all’empiriocriticismo, ma connotata originalmente da un tentativo di analisi sistematica del «dato» come oggetto specifico della ricerca filosofica. Le coppie categoriali fondamentali per intendere il dato sono quelle di singolo-universale, semplice-composto, mutevole-immutabile, reale-non reale. In base a esse è possibile una classificazione delle singole scienze. Avversò qualunque forma di fenomenismo e di materialismo, mostrandone il nesso reciproco basato sul comune presupposto di una «spazializzazione» della coscienza, radicalmente distinta invece, per R. (alla luce delle conclusioni raggiunte nell’analisi del dato), dalle «cose». Le sue ultime opere svolgono una dottrina etica critica delle posizioni tradizionali dell’etica del «dovere». Le sue opere principali sono: Philosophie als Grundwissenschaft (1910);Logik oder Philosophie als Wissenslehre (1918); Grundlegung der Ethik als Wissenschaft (1925).