EWALD, Johannes
Poeta danese, nato a Copenaghen il 18 novembre 1743, morto il 17 marzo 1781. Educato in ambiente famigliare pietista, severo e un poco triste; a 11 anni orfano del padre; a 16 anni fuggiasco da casa, volontario nell'esercito prussiano; poi disertore a Praga nelle file dell'esercito austriaco, tamburino all'assedio di Dresda; infine, chiusa l'avventura, disertore nuovamente per tornare, non senza traversie e pericoli, in patria a riprendervi gl'interrotti studî teologici, l'E. fu già nella giovinezza una di quelle irrequiete nature che sono tipiche delle età di transizione. Estremamente sensitivo, ingenuo di fondo, facile a esaltarsi, non poteva non riuscire nella vita un irregolare. L'esistenza dell'E. si ridusse da allora in poi a un vivere alla ventura, sbandatamente, fra gli studî, la poesia, il vino e la crapula.
È facile riconoscere nel suo disagio spirituale qualcosa della soggettiva e ribelle sensibilità di Rousseau: l'indifferenza per le convenzioni sociali, il sentimento adorante della natura, il culto del sentimento, l'abitudine di stare a osservare e ad ascoltar sé stesso - compose anch'egli una sua autobiografia, in cui con lento indugio si deliziò a "vivisezionare" sé medesimo e le proprie esperienze: Johannes Ewalds Levnet og Meninger (1775-177) - la morbida e vaga ma íntensa religiosità. Klopstock soggiornava in quegli anni, pontefice massimo della poesia, in Danimarca; e, malgrado la distanza d'età e la differenza di temperamente, era naturale che l'E. si sentisse avvinto a lui da una sostanziale concordanza di tendenze spirituali. Dopo il racconto allegorico Lykkens Tempel (1764), di tendenze moraleggianti e di gusto ancora addisoniano; dopo la tragedia Adam og Eva eller den ulykkelige Prøve (1769: rielaborazione di una più antica tragedia in un atto, Adamiade, 1764) - in cui pure già si avverte, malgrado gli influssi prevalenti della tragedia classica francese, specialmente di Loriuille, un'intima vicinanza col poeta del Messias e dell'Adams Tod - fu difatti Klopstock che, conducendolo per una parte a una più moderna concezione della poesia e additandogli per un'altra parte le antiche saghe nordiche conservate in Saxo Gramaticus, lo spinse a scoprire in Rolf Krage (1770), tragedia di tipo shakespeariano e prima tragedia nazionale danese, la via verso il pieno raggiungimento di sé medesimo e della propria arte. Tracce del predominante gusto francese continuano bensì ancora a trovarsi in alcune composizioni posteriori, satiriche nel contenuto e classicheggianti nella forma - il racconto in versi Philet (1770); il "tragikomisk Forspil" De brutale Klappere (1771), la "komisk Komedie" Harlequin Patriot (1772), ecc. -, ma si tratta di componimenti di occasione, determinati da contingenze esterne più che da necessità interiori. Il suo genio vero era lirico e patetico. E le opere che lo fecero salutare al suo tempo come il più grande poeta della Danimarca, sono i "Syngespiler" drammi con inserzione di canti e di arie musicali: Balders Død (La morte di Balder, 1775), dramma eroico in metro giambico su motivi nuovamente attinti da Saxo, assai più vicino che Rolf Krage allo spirito dell'antica poesia nordica; e Fiskerne (I pescatori, 1779), idillio drammatico, che per la prima volta nella letteratura danese trae diretta ispirazione dalla vita del popolo. Un vasto impeto lirico ravviva le due composizioni, specialmente l'idillio ricco e vario nella sua poesia del mare; e il canto Kong Christian stod ved højen Mast (Re Cristiano stava presso l'alto albero maestro) in Fiskerne è diventato poi, in Danimarca, su musica di D. L. Rogert, inno nazionale. In queste opere e in numerose altre singole liriche, in cui l'E., pur serbando talvolta una settecentesca lindura, diede libera effusione ai suoi sentimenti - v. ad es. l'elegiaca Da jeg var syg (Quand'ero malato), l'idillica Rungsteds Lyksaligheder (Le delizie di Rungsted), le odi Til Sjœlen (All'anima), Til Brünniche (a B.), Til min Moltke (Al mio amico M.), ecc. - il popolo danese ravvisa, già prima del romanticismo, gl'inizî della sua moderna letteratura.
Ediz.: Samlede Vœrker, ed. H. Brix e V. Kvhr, 2 voll., Copenaghen 1914-15; E. s Levned og Meninger, Copenaghen 1911.
Bibl.: H. Brix, J. E. L., Copenaghen 1913; E. Magon, Die Klopstockzeit in Dänemark. J. E. Ewald, Lipsia 1926; V. Andersen, Tider og tiper af dansk Aandshistorie (Tempi e tipi della storia spirituale danese) Coenaghen 1905 segg.