MIKULICZ-RA-ECKI, Johann von
Chirurgo, nato a Czernowitz (Cernăuţi) il 16 maggio 1850, morto a Breslavia il 14 giugno 1905. Si laureò a Vienna nel 1875, allievo di T. Billroth, nel 1880 conseguì la libera docenza in chirurgia, nel 1882 fu professore ordinario a Cracovia, nel 1887 a Königsberg, nel 1890 a Breslavia.
È da considerarsi fra i più notevoli chirurgi del sec. XIX; seguì i metodi più moderni nella cura delle ferite (disinfezione delle mani, guanti di gomma), nella narcosi generale e nell'anestesia locale; indicò un classico metodo di tamponamento (tampone alla Mikulicz, drenaggio alla Mikulicz: v. laparatomia); mise in rilievo l'importanza dell'esofagoscopia e della gastroscopia, indicò nuovi metodi operatorî (operazione del gozzo, piloroplastica, resezione dello stomaco, resexione del piede, ecc.), portò un notevole contributo anche nel campo dell'ortopedia (torcicollo congenito, scoliosi, lussazione dell'anca). Descrisse (Beitr. z. Chir. Festschr. f. Th. Billroth, Stoccarda 1892) una particolare malattia delle ghiandole lacrimali e salivari (v. sotto). Dei suoi scritti ricordiamo: Über Laparatomie bei Magen- und Darmperforation (in Samml. klin. Vortr., Lipsia 1885); insieme con P. Michelson, Atlas der Krankheiten der Mund- u. Rachenhöhle (Berlino 1891-92); con W. Kümmel, Die Krankheiten d. Mundes (Jena 1898); con V. Tomasczewski, Orthop. Gymnastik gegen Rückgratsverkrümmungen u. schlechte Körperhaltung (ivi 1900). Con B. Naunyn fondò nel 1896: Mitteil. aus den Grenzgebieten der Medizin und Chirurgie.
Morbo di Mikulicz. - Questa strana e rara affezione è costituita da una tumefazione cronica simmetrica delle ghiandole lagrimali e delle salivari. Nei casi conosciuti s'è iniziata con una lenta tumefazione indolente delle ghiandole lagrimali, cui segue quella delle parotidi, delle sottomascellari, delle sottolinguali, delle ghiandole di Nuhn, talora anche delle ghiandole palatine, delle molari, ecc. Accanto alle forme tipiche ci sono le fruste, in cui può mancare parzialmente la simmetria, possono presentarsi dolori spontanei o provocati e l'affezione costituire un episodio di altra generale (pseudoleucemia, leucemia linfatica).
Il decorso è cronico, potendo durare mesi e anni, talora con remissioni saltuarie, sempre con prognostico riservato, quantunque nel maggior numero dei casi si sia avuta la guarigione. In questa malattia il tessuto proprio delle ghiandole si comporta passivamente, lasciandosi atrofizzare dalla notevole infiltrazione dell'apparato linfatico interacinoso, e ciò sino alla scomparsa più o meno completa del tessuto ghiandolare, la cui deficienza funzionale è precoce. Accanto alle forme linfomatose, le più frequenti, esistono delle forme granulomatose: nelle prime l'infiltrazione è linfocitaria, diffusa e qua e là raccolta in ammassi; nelle seconde l'infiltrazione è cosparsa di tipici granulomi tubercolari con cellule giganti e talora anche con bacilli di Koch; infine in alcuni casi l'affezione è nettamente linfosarcomatosa.
Nelle forme non maligne si sono avute guarigioni con le cure iodiche, arsenicali, tubercoliniche, chirurgiche e specialmente radioterapiche, ma non sono mancate le recidive e le morti.