UZ, Johann Peter
Poeta tedesco nato il 3 ottobre 1720 a Ansbach, ivi morto il 12 maggio 1796. Trascorse quasi tutta la vita come funzionario a Ansbach. Nella giovinezza si ispirò ai modi anacreontici di J. W. Gleim; più tardi s'accostò nelle odi morali al Klopstock. Tradusse con J. N. Götz le odi di Anacreonte (1746), con Junkheim e Hirsch le opere d'Orazio (1773-75) e imitò il Riccio rapito del Pope nel poemetto Der Sieg des Liebesgottes (1753).
La tradizionale assegnazione alla categoria dei poeti anacreontici non solo non definisce interamente la personalità dell'Uz, ma addirittura la falsa: più che poeta anacreontico, fu propugnatore di una filosofia eudemonistica in cui si fondono motivi di G.W. Leibniz, A. Shaftesbury, Orazio e, in sottordine, d'Anacreonte. Il prevalere di temi tipici anacreontici in alcune liriche giovanili ha offuscato altri aspetti importanti della sua opera, anzi il suo atteggiamento fondamentale: esaltazione della serena saggezza ottimistica, antistoica, della laeta paupertas, della gioia moderata, e, parallelamente, esecrazione, espressa con accenti schietti e vigorosi, della cupidigia d'onori e ricchezze, delle molli scipitaggini di erotici contemporanei. Meglio che nel prolisso poemetto didascalico Versuch über die Kunst fröhlich zu sein (1760, tradotto in varie lingue; in parte imitazione libera dell'Essay on Man del Pope) il suo animo serio, sinceramente commosso si specchia nelle numerose odi, non prive di fervore e fluidità e ravvivate da qualche fresco particolare descrittivo.
Ediz.: Sämtliche poetische Werke, a cura di A. Sauer, Heilbronn 1890; varie pubblicazioni di lettere, fra cui carteggio con Gleim a cura di G. Schüddekopf, Tubinga 1899.
Bibl.: E. Petzet, Der Einfluss der Anakreontik u. Horazens auf Uz, in Zeitschrift für vgl. Lit.-Gesch., 1893, p. 329 segg.; id., J. P. Uz, Ansbach 1896; F. Schultz, Die Göttin Freude, ecc., in Jahrbuch d. freien deutschen Hochstifts Frankfurt a. M., 1926.