KLAJ, Johann
Poeta tedesco, nato a Meissen nel 1616, morto a Kitzingen nel 1656. Avviato da A. Buchner all'indirizzo opitziano, si recò nel 1644 a Norimberga, ove insieme con G. Ph. Harsdörfer fondò il Pegnesischer Hirten- und Blumenorden. Accanto al lato idillico-musicale v'era in lui forte amore del teatro in quanto spettacolo, declamazione, possibilità di ricca strumentazione nella successione di dialoghi, monologhi, cori, ecc. Tale suo duplice orientamento è rispecchiato dalla sua opera, che comprende drammi, poesie profane (in prevalenza pastorali, esaltanti spettacoli di natura con abbondanza di saltellante ritmo dattilico, di onomatopee per lo più sdolcinate e scipite) e poesie religiose (anch'esse non prive di leziosaggini e artifici e vicine alla lirica cattolica del tempo). Coltivò con predilezione il dramma religioso, drammatizzando episodî della vita di Cristo, in una forma che rasenta l'oratorio e denota l'influsso del teatro latino degli Olandesi e gesuiti.
Amante del pomposo, della retorica, delle tinte forti, il K. alterna il linguaggio patetico dei dialoghi e monologhi alla semplicità dei recitativi, varia con virtuosisimo i metri, spesso cadendo però in una verbosità vuota e reboante. I più significativi dei suoi drammi sono Hollen-und Himmelfahrt Jesu Christi (1644), Der Engel- und Drachenstreit (1645), Herodes der Kindermörder (1645; vi è diretta dipendenza dall'Erode del Heinsius, poco probabile l'influsso del Marino), e lo spettacolo allegorico-mitologico Friedens-Schauspiel (1650), in cui appieno si rivela il barocchismo.
Bibl.: J. Tittmann, Die Nürnberger Dichterschule, Gottinga 1847; A. Franz, J. K., Marburgo 1908. - La dipendenza dello Herodes dalla Strage degli Innocenti di G. B. Marino fu sostenuta da S. Filippon, Il Marinismo nella letter. tedesca, in Riv. di lett. ted., 1910, p. 26 segg.