Scrittore religioso svizzero (Zurigo 1741 - ivi 1801). Il suo pensiero fa centro nella visione di Cristo, vincitore della morte e del fato, nel quale l'umanità, compendio del creato, celebra la sua unione con Dio (Aussichten in die Ewigkeit, 4 voll., 1768-78). Su questa visione d'origine mistico-neoplatonica vengono a innestarsi, per cercarvi la loro conciliazione, le tre tendenze fondamentali dell'epoca: religiosità pietistica, attivismo etico e umanesimo platonico-cristiano, insieme all'ottimismo della Aufklärung, pur avversata da L. come razionalistica e atea.
Educato alla fede zwingliana, ebbe maestro L. I. Bodmer e subì una forte influenza dalle letture di Leibniz, Ch. Bonnet, Rousseau. Fu all'inizio amico di Goethe e di Herder, che poi si staccarono da lui per la sua fede nel trascendente. Particolarmente famose sono le ricerche psicologiche-fisiognomiche di L. (Geheimes Tagebuch von einem Beobachter seiner selbst, parte 1a e 2a, 1772-73; Physiognomische Fragmente zur Beförderung der Menschenkenntnis und Menschenliebe, 4 saggi, 1775-78) cui collaborarono, tra gli altri, anche Goethe e Herder, e che tendono, con lo studio introspettivo e soprattutto con l'osservazione dei caratteri somatici, a cogliere le intime caratteristiche dell'anima e la sua esperienza del divino. Tali ricerche si ritrovano anche nei suoi delicati acquarelli che ritraggono lo stesso L. e membri della sua famiglia (alcuni sono conservati nella chiesa di S. Pietro a Zurigo).