Teologo evangelico (Triebsees, Pomerania, 1714 - Berlino 1804). Predicatore, dal 1749 parroco di Lassahn, poi di Barth (presso di lui studiò teologia J. K. Lavater, l'amico e corrispondente di Goethe). Prevosto e primo consigliere concistoriale a Berlino (1764), vi costituì, con A. F. W. Sack, W. A. Teller, A. F. Büsching e altri, il centro di un misurato illuminismo teologico-religioso. Collegando gli influssi del wolffismo e dell'illuminismo inglese (deismo), in particolare di Shaftesbury, alla sua cultura tradizionale, egli divenne perspicuo rappresentante del moto di rinnovamento della teologia evangelica (detto neologia), che fiorì in Germania nella seconda metà del sec. 18º. Nella prima opera, Die Bestimmung des Menschen (1748), S. afferma l'idea di una religione naturale, che però non nega e non contrasta la Rivelazione. I Gedanken über den Wert der Gefühle im Christenthum (1761), d'ispirazione filopietista, sono variazioni e sviluppi del primo atteggiamento, come le sue prediche. L'opera Ueber die Nutzbarkeit des Predigtamts und deren Beförderung (1772), in cui il punto di vista religioso si risolveva integralmente in quello moralistico, provocò aspre reazioni contro l'autore e l'avversione di Herder. S. dovette ritirarsi dall'ufficio di predicatore ma rimase consigliere concistoriale e prese ancora parte attiva alle polemiche e ai tentativi di riforma promossi sotto Federico Guglielmo III.