GRONOW, Johann Friedrich (Johaitnes Fredericus Gronovius)
Filologo, nato a Amburgo il 5 settembre 1611, morto a Leida il 20 dicembre 1671. Dopo i suoi studî di giurisprudenza e lettere classiche e dopo qualche viaggio d'istruzione, si stabilì nel 1634 in Olanda, su consiglio di Ugo Grotius. Fu ad Amsterdam precettore in casa del borgomastro Michele Pauw, ma si trasferì all'Aja nel 1637, dove ebbe occasione d'incontrarsi con letterati come Isacco Vossius, Daniele Heinsius, Pietro Scriverius e Niccolò Salmasius. Visitò nel 1639 le biblioteche d' Inghilterra, vi studiò varî codici di autori latini e di lì si recò a Parigi. Anche in Francia strinse rapporti amichevoli coi principali uomini dotti dell'epoca. Continuando il suo viaggio venne in Italia, e nel 1640-41 lo vediamo successivamente a Bologna, Firenze (dove s'incontrò col Galilei), Pisa, Roma, Padova e Venezia. Si mostra nelle sue lettere agli amici entusiasta per le ricchezze delle biblioteche italiane, pur trovando che alcune erano troppo gelosamente custodite e difficilmente accessibili. Verso la fine del 1641 fece ritorno in Olanda. Nel marzo 1642 pronunciò a Deventer il suo discorso inaugurale come "professor eloquentiae" all'Ateneo di quella città, centro importante di erudizione. Stimatissimo per la vasta dottrina e per il suo carattere integerrimo, nel 1658 fu successore a Leida del suo amico Daniele Heinsius come professore di lingua greca, benché la sua attività finora si fosse svolta (e continuasse ancora a svolgersi) soprattutto nel campo delle lettere latine. Nel 1665 fu nominato anche bibliotecario dell'università. Negli ultimi anni della sua vita ebbe pure, riconoscimento della sua fama europea, una gratificazione annua di Luigi XIV, re di Francia.
A Leida G. curò le sue ottime edizioni di Plauto (1664), e di Tacito (1672), le quali con quelle di Tito Livio (Historiae quae extant, 1645) e di Seneca (Philosophica opera omnia, 1649) pubblicate durante l'insegnamento a Deventer, furono ristampate più volte e ancora si consultano. Pubblicava anche edizioni emendate delle opere di Aulo Gellio (1651), di Papinio Stazio (1653), di Sallustio (1665), e preparava per la stampa la Naturalis Historia di Plinio "ex hereditate Cornelii Schrevelii" (1669). La scoperta del codice fiorentino delle tragedie di Seneca l'indusse allo studio critico anche dei poeti latini, fra cui Fedro e Marziale. Abbiamo del G. anche un importante volume di carattere numismatico: Commentarius de Sestertiis seu Subsecivorum pecuniae veteris graecae et romanae libri IV (Deventer 1643). Quest'opera diede origine a una polemica vivace col Salmasius, che aveva trattato simile argomento. Il G. nel 1663 curò anche la prima edizione del famoso libro del Groot (v.): De iure belli ac pacis libri III.
Bibl.: N. Wilkens, Leben des berühmten Joh. Fred. Gronovii, Amburgo 1723; L. Müller, Geschichte der klassischen Philologie in den Niederlanden, Lipsia 1869; J. E. Sandys, A Hist. of class. Scholarship, II, Cambridge 1908; Bierma, nel Nieuw Nederlandsch Biogr. Woordenboek, Leida 1911.