EMERICH, Johann (Giovanni da Spira)
Nato in Germania a Udenheim presso Magonza, intorno alla metà del sec. XV, fu attivo come tipografo a Venezia tra il 1487 e l'inizio del XVI secolo.
Nel colophon delle sue edizioni l'E. si defini sempre originario di Spira ("Iohannes Emericus de Spira", "Iohannes de Spira"), forse anche per sfruttare a fini commerciali l'omonimia con Giovanni da Spira, che aveva introdotto la stampa a Venezia nel sesto decennio del sec. XV: ciò nonostante, tutti i tentativi di collegare i due personaggi e di identificare nell'E. il successore del primo tipografo veneziano mancano di ogni riscontro documentario.
Nell'ultimo quarto del sec. XV Venezia costituiva un'irresistibile fonte di attrazione per chiunque lavorasse nel campo della stampa e della tipografia: nel giro di pochi decenni la Serenissima era divenuta il principale centro europeo della nuova arte e un'aura di facili e rapidi guadagni attorniava il mestiere di libraio e stampatore. Tra coloro che furono attratti da questo miraggio molti provenivano proprio dalla valle del Reno, la culla della tipografia: i conterranei di Giovanni e Vindelino da Spira (ma anche di Giovanni Gutemberg) scesero in massa verso Venezia, arricchendo così ulteriormente la già prospera colonia tedesca della città, che faceva capo al "fontego" di Rialto. Tra loro c'era pure l'E., che in società con Johannes Hamman di Landau impresse i primi prodotti del suo torchio nel 1487 (Breviarium secundum Ordinem predicatorum s. Dominici…e Missale Parisiense).
A dispetto del grande sviluppo conosciuto in quel periodo dall'arte della stampa, solo pochi librai imprenditori, che impostarono la loro attività secondo criteri capitalistici, riuscirono però a far raggiungere alle loro iniziative dimensioni tali da durare nel tempo. Nonostante l'apparente facilità di guadagno, le imprese editoriali richiedevano infatti forti investimenti di capitali per l'acquisto delle attrezzature (torchi e caratteri tipografici) e delle materie prime (soprattutto la carta), che potevano essere sostenuti solo da chi era in grado di distribuire e vendere il prodotto finito in tempi relativamente brevi sul mercato locale ed europeo: della massa di librai e tipografi che cominciarono la loro attività a Venezia in quegli anni pochi riuscirono a durare più di qualche anno, o a stampare un accettabile numero di libri.
Tra questi si deve senz'altro annoverare Lucantonio Giunti, che aveva avviato in città una lucrosa attività di libraio e imprenditore. Fino al 1498, però, il Giunti non imboccò la difficile e costosa strada dello stampatore indipendente, e si servì invece di alcuni tipografi di fiducia per la sua produzione di libri di facile smercio.
Tra gli artigiani a cui si appoggiava il Giunti si distinse nettamente l'E., le cui tracce, perdute dopo l'effimero sodalizio con l'Hamman, riappaiono infatti proprio all'inizio dell'ultimo decennio del secolo (fatta salva una incerta attribuzione alla sua bottega dell'opera Dolori mentali di Gesù Cristo attorno al 1488: Indice gen. degli incunaboli, II, p. 163) quando iniziò una produzione libraria abbastanza intensa, che proseguì fino all'inizio del Cinquecento: nel corso di quasi un decennio egli stampò una quarantina di opere, prevalentemente di carattere liturgico e teologico, e soprattutto messali, breviari e salteri. Poche furono però le edizioni avviate e condotte di sua iniziativa: non più di una decina, per lo più messali, tra cui un Missale Strigoniense (1495) e un Missale Messanense (1499), e breviari; ma anche le Ephemerides del Regiomontano (Johann Müller), attribuitegli dall'Indice gen. degli incunaboli (VI, p. 215), del 1493-94, e poila Summula logica di Paolo Veneto (P. Nicoletti), il Compendium logicae di Paolodalla Pergola e la Grammatica di E. Donato del 1495.
Le sue capacità tecniche erano però assai apprezzate da librai ed editori, che gli affidarono il compito di stampare a loro spese parecchi volumi: tra questi il conterraneo Nicolò de Frankfordia (Missale fratrum predicatorum, 1500), il budense Johann Paep (Missale Strigoniense, 1498) e Guido Lavezzari (Missale secundum consuetudinem Segobiensem, 1500), ma soprattutto, come s'è detto, Lucantonio Giunti. Con i tipi dell'E. (tredici serie di varie misure, tutte gotiche), tra 1493 e 1500 uscirono una trentina di volumi "impensis Luceantonii de Giunta".
Ad eccezione dell'Astrolabium di Johann Engel (1494), erano tutte opere di carattere religioso, tra le quali prevalevano messali e breviari per il clero secolare (varie edizioni del Missale secundum consuetudinem Curiae Romanae e del Breviarium Romanum), e per alcuni ordini regolari quali camaldolesi, vallombrosani e domenicani. Accanto a questi alcuni salteri e Libri cathicumini, assieme a libri d'ore, tra i quali spicca un minuscolo e grazioso Officium B. V. Mariae (1496), e raccolte di prediche e commenti alle scritture, come la Postilla super epistulas et Evangelia quaresimalia del francescano Nicolò de Lira del 1494, il Trialogus super Evangelio…di s. Antonino e i Sermones di s. Bernardo dell'anno successivo.
Tra tutti i lavori condotti dall'E. su commissione del Giunti si distinguono l'importante edizione del Trialogus di Antonino, tral'altro illustrata da figure di grande pregio, e soprattutto il Graduale secundum morem sancte Romane Ecclesie. È questo un vero e proprio capolavoro, stampato a due colori, con caratteri nitidissimi, su carta di ottima qualità. Il grande formato del volume (mm 540 × 365) e la bellezza delle illustrazioni che lo arricchiscono - queste ultime opera di un incisore di rara bravura - ne fanno un monumento dell'arte tipografica. La sua stampa richiese quasi sei mesi e costituì uno degli ultimi prodotti usciti dalle mani dell'Emerich.
Anche se mancano notizie biografiche dirette, sembra certo che l'attività tipografica dell'E. si arrestò con l'inizio del secolo, dopo che erano usciti dai suoi torchi circa metà dei sessantuno libri editi dal Giunti fino ad allora.
Il fiorentino perdette un prezioso collaboratore, ma proprio sfruttando le attrezzature che erano state della sua officina diede inizio alla sua attività di stampatore in proprio: tutte le serie di caratteri dell'E. passarono alla tipografia del Giunti, tanto che alcune edizioni di Lucantonio, come quella dell'Astrolabio di Engel del 1502, furono erroneamente attribuite in passato all'Emerich.
Bibl.: A. Tessier, Stampatori in Venezia nel sec. XV, in Archivio veneto, XXXIV (1887), p. 199; Centralblatt für Bibliothekwesen, X (1893), p. 346; A. Bernard, De l'origine et des débuts de l'imprimerie en Europe…, Paris 1853, p. 183; V. Massena, prince d'Essling duc de Rivoli, Bibliographie des livres à figures vénitiens de la fin du XVe siècle et du commencement du XVII, 1469-1525, Paris 1892, pp. 18, 90, 152, 165 s., 173, 205, 211, 213, 219; Id., Les missels imprimés à Venise de 1481 à 1600. Description, illustration, bibliographie, Paris 1896, pp. XVII, 15, 62 s., 77, 80, 149 s., 159, 162-165, 268 s., 273 s., 299, 301; D. Marzi, I tipografi tedeschi in Italia durante il sec. XV, in Festschrift zum fünfhundertjähringen Geburtstage von Johan Gutemberg, a cura di O. Hartwig, Mainz 1900, p. 428e note; W. H. J. Weale-H. Bohatta, Catalogus missalium ritus Latini…, Londinii-Lipsiae 1928, pp. 122, 162-166, 168, 242, 250, 311, 319, 369 s.; Short title catalogue of books printed in other countries from 1465 to 1600 now in the British Library, London 1958, p. 820; P. Camerini, Annali dei Giunti, I, Venezia, 1, Firenze 1962, pp. 25-27, 69, 74-76, 78, 80, 82-84, 86-88, 91 s., 94-102, 104-109, 112, 115 s.; L. Hain, Repertorium bibliographicum…, Ind., p. 311; Supplement to Hain's Repertorium bibliographicum…, a cura di W. A. Copinger, II, 2, pp. 597 s.; Appendices ad Hainii-Copingeri Rep. bibliographicum…, a cura di D. Reichling, Index, pp. 276 s.; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, I, pp. 92, 201, 272, 275 s.; II, pp. 161, 163, 184; III, pp. 35, 104, 106, 231; IV, pp. 52, 95, 98, 104 ss., 131 163, 208, 213, 321 s., 334 s., 355, 359; VI, pp. 102, 215, 241, 263. Per l'ambiente tipografico veneziano si veda: M. Lowry, Il mondo di Aldo Manuzio. Affari e cultura nella Venezia del Rinascimento, Roma 1984.