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NERING, Johann Arnold

di Fritz Volbach - Enciclopedia Italiana (1934)
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NERING, Johann Arnold

Fritz Volbach

Architetto, nato nel 1659 a Wesel da famiglia olandese, morto a Berlino il 21 ottobre 1695. Prima (1676) dedicatosi allo studio dell'arte delle fortificazioni, nel 1677 poté compiere un viaggio d'istruzione all'estero, particolarmente in Italia, dove studiò soprattutto il Bramante e il Palladio e si accostò direttamente all'antica architettura romana, la cui influenza si rivela specialmente nelle opere tarde. Riuscì poi a fondere lo stile fiammingo-francese con ispirazioni italiane formando un'arte prussiana; fu così il primo architetto che creasse uno stile prussiano, caratterizzato da un semplice e sobrio classicismo. Materiale semplice, il laterizio, proporzioni chiare e scarsa decorazione costituiscono i caratteri dell'architettura brandeburghese. Il freddo stile accademico del N. fu sviluppato nel gusto palladiano dai suoi allievi, fra i quali citiamo Martin Grünberg (1655-1707).

Le prime opere d'ingegneria in Berlino, la costruzione delle fortificazioni e dell'acquedotto e poi quella della vecchia Porta di Lipsia (Leipziger Tor) gli valsero il favore di Federico III, che nel 1685 gli conferì il grado di colonnello; da allora collaborò alla maggior parte degli edifici elevati dagli elettori di Brandeburgo in Berlino e in Potsdam. Pochi suoi edifici hanno conservato la fisionomia primitiva: la chiesa della rocca di Königsberg (1690-1701), in cui attuò, seguendo lo spirito del protestantesimo prussiano, il tipo della semplice chiesa a una navata; ben conservata è la cappella del castello di Köpenick (1682-85), semplice ambiente di gusto classicheggiante. Particolarmente importante per lo sviluppo dell'architettura religiosa protestante è la parrocchiale di Berlino (1695-1703), ma incompiuta, edificio a pianta centrale con cupola ispirata alla Consolazione di Todi.

Il N. collaborò alla costruzione di castelli prussiani, ma ben poco rimane della sua opera: nel 1683 lavorò alle ali laterali del castello di città in Potsdam, nel 1685 all'Aranciera. Quasi nulla rimane nel castello di Berlino della Sala d'alabastro e della facciata (lato Sprea) a tre piani con loggiato, da lui costruiti. La sala ricorda il palazzo comunale di Amsterdam, l'ala sulla Sprea rivela i caratteri proprî al tardo rinascimento franco-fiammingo. Nel 1690 terminò il castello di Oranienburg e nel 1695 iniziò l'edificio centrale del castello di Charlottenburg. Anche quelle costruzioni rivelano, come il progetto per l'arsenale berlinese, completamente modificati dopo la sua morte da Grünberg, Schlüter e J. de Bodt (1695-1707), l'influenza dell'architettura francese.

Le abitazioni private dovute al N. hanno aspetto distinto e sobrio; le più notevoli sono il palazzo principesco (Fürstenhaus a Berlino) e il palazzo Derflinger. Interessanti per lo sviluppo urbanistico di Berlino sono il suo progetto di trasformazione della Friedrichstadt (1688), la sua partecipazione alla costruzione del palazzo comunale e l'esecuzione del ponte lungo (Lange Brücke).

Bibl.: A. Werner, Der protestantische Kirchenbau des fried. Berlins, Berlino 1913; M. Wackernagel, Die Baukunst des 17. u. 18. Jahrh. in den germanischen Ländern, Neubabelsberg 1915; G. Fritsch, Die Burgkirche zu Königsberg in Preussen, ecc., Königsberg 1930; id., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931 (con bibl.).

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