LEISEWITZ, Johann Anton
Poeta, nato a Hannover il 9 maggio 1752, morto a Brunswick il 10 settembre 1806. Laureatosi a Gottinga nel 1774, percorse rapidamente la carriera legale e amministrativa, fu precettore del principe ereditario del Brunswick e da ultimo presidente del Tribunale di sanità. A Gottinga si strinse d'amicizia coi poeti del Hain e pubblicò nel loro Almanacco le due figurazioni sceniche Die Pfandung e Der Besuch um Mitternacht (1775), frementi d'indignazione per l'umanità degli umili conculcata dai principi. Lo stesso anno presentò al concorso bandito dall'attore Schröder d'Amburgo, al quale partecipò pure il Klinger coi suoi Zwillinge, la sua tragedia Julius von Tarent, pubblicata nel 1776, che col dramma del Klinger ha comune il motivo centrale dell'odio fraterno, ispirato ad ambedue i poeti da un episodio leggendario della vita di Cosimo I. Il premio fu aggiudicato al Klinger, e il L. ne rimase così scosso che si ritrasse per sempre dall'agone dell'arte. Tutta la sua opera letteraria posteriore al Julius, fra cui anche una Storia della guerra dei Trent'anni, fu per disposizione del poeta distrutta alla sua morte. Si salvarono pochi frammenti drammatici, un Corradino, un Alessandro, alcune scene della commedia Der Sylvesterabend, il carteggio con la fidanzata Sofia Seyler, figlia del celebre attore, e un diario.
Storicamente, la poesia del L. segna il passaggio dall'età dell'Aufklärung al periodo tumultuoso dello Sturm und Drang. I suoi presupposti mentali sono l'empirismo del Locke e lo scetticismo del Hume, del Montaigne e del Bayle, gli autori filosofici più cari al L.; ma più potentemente conferirono alla genesi della sua concezione tragica la consuetudine col Lichtenberg e la meditazione dell'opera shakespeariana, comunicandogli il senso dei limiti imposti all'umana ragione, lo sgomento e il fascino del mistero. Acuto indagatore della realtà psicologica, forte plasmatore di caratteri e più, forse, di situazioni tragiche, egli si rivela, nella solida struttura scenica del dramma e nella lucidità dello stile, discepolo dei Greci e del Lessing. Ma entro alle forme tradizionali freme e palpita un'umanità nuova. Così nel Julius, sotto alla vicenda dei fratelli nemici troppo schematicamente imperniata sulle due opposte passioni dell'amore e dell'onore, affiora una ben più profonda e più vasta tragedia d'anime: in Giulio l'inconciliabile antinomia fra i diritti dell'individuo e i doveri del principe; nel padre la disperata volontà d'espiazione, d'annichilimento e di oblio; in Bianca l'ascesa da una religiosità tutta esteriore alla chiaroveggenza che solo la vista del morto amore può dare; in tutti il risveglio dall'effimero sogno terreno e l'affisarsi dell'anima nello sfingeo volto della realtà cosmica.
Ediz.: Sämtliche Schriften, con biografia dello Schweiger, Brunswick 1838; Julius von Tarent und die dramat. Fragmente, ed. da R. M. Werner, in Deutsche Literaturdenk. des 18. u. 19. Jahrh. in Neudrucken, Stoccarda 1889; H. Mack, L.'s Briefe an seine Braut, Weimar 1906; H. Mack e J. Lochner, L.'s Tagebücher, Weimar 1916-20 (voll. 2).
Bibl.: G. Kutschera von Aichbergen, J. A. L., Vienna 1876; E. Sierke, Die Hamburger Preiskonkurrenz von 1775, Brunswick 1875; O. Ludwig, Studien, Lipsia 1892, passim; G. Kraft, J. A. L., Altenburg 1894; W. Kühlhorn, L.'s Julius v. Tarent, Halle 1912.