RIPPERDA (o Riperdá), Johan Willem
Nacque a Groninga il 7 marzo 1680 da una famiglia originaria della Spagna; morì a Tetuan nel Marocco il 5 novembre 1737. Educato dai gesuiti a Colonia e poi militare durante la guerra di Successione spagnola, dal matrimonio con una ricca ereditiera olandese si vide aperta la strada alla vita politica. Convertitosi al protestantesimo, fu deputato agli stati generali, diplomatico a Utrecht, ambasciatore olandese a Madrid. Qui con grande abilità seppe tortuosamente assicurarsi gli stipendi dell'Inghilterra, dell'imperatore, dell'Alberoni: e, finita la missione, decise di rimanere in Spagna. Tornato al cattolicesimo, ottenne da Filippo V la carica di soprintendente delle fabbriche di Guadalajara e, alla caduta dell'Alberoni, ebbe quella d'intendente generale di tutte le manifatture spagnole. L'ascesa al trono di Luigi I segnò una pausa nella sua carriera politica; ma, segreto confidente della regina Elisabetta, riguadagnò il tempo perduto quando quel sovrano venne a morte e Filippo V, risalito sul trono, allontanò dal governo coloro che si erano mostrati troppo favorevoli al figlio. Traendo profitto dai dissensi tra la Spagna e la Francia e vantando la sua amicizia con l'imperatore e con la corte austriaca, il R. riuscì a farsi dare l'incarico di conchiudere a Vienna un trattato di pace ed il matrimonio di Don Carlos con Maria Teresa. Filippo V ritenne di aver raggiunto il suo scopo il 30 aprile 1725, quando fu firmato un trattato di pace austro-spagnolo, integrato il giorno dopo da un trattato di commercio, e specialmente quando seppe dal R. che Carlo VI si era impegnato a dare al figlio la mano di Maria Teresa ed a fornire forti aiuti per scacciare da Gibilterra l'Inghilterra, amica della Francia. In ricompensa, al suo ritorno da Vienna, il R. fu nominato duca e grande di Spagna, e in pochi giorni riuscì a impossessarsi del potere. Ma il suo trionfo fu di breve durata. All'accordo austro-spagnolo, al quale aveva aderito la Russia, già l'Inghilterra, la Francia e la Prussia avevano contrapposto l'alleanza di Hannover (3 settembre 1725); e le condizioni e le idee dei due nuovi amici non erano quelle che il R. aveva esposte reciprocamente a Vienna e a Madrid. Quando già pubblicamente si parlava di una prossima guerra all'Inghilterra, dal R. annunziata con grande leggerezza e con vane minacce, perché sperava nell'aiuto dell'Austria, un ambasciatore da Carlo VI inviato a Madrid venne a deludere tutte le speranze spagnole. Era un grave colpo per il Ripperda, che vedeva svelate le falsità da lui raccontate ai due governi alleati; per di più, i mezzi violenti usati per procurarsi denaro lo resero del tutto impopolare. Caduto in disgrazia e condannato dalla Spagna e dall'Austria, il 14 maggio 1726 fu costretto a dimettersi. Fallite così le speranze da lui riposte nella Spagna, il R. domandò asilo all'ambasciatore inglese e forse tentò conquistarne l'appoggio con rivelazioni: il risultato dei suoi nuovi maneggi fu la perdita della forte pensione accordatagli da Filippo V e l'arresto. Evaso romanzescamente dalla prigione, riparò in Portogallo e poi in Inghilterra; in seguito ritornò in Olanda, dove abiurò il cattolicesimo; e finalmente passò al servizio dell'imperatore del Marocco, guidò un suo esercito contro gli Spagnoli e, sconfitto, si salvò con la fuga e morì a Tetuan, ospite di quel pascià.
Bibl.: P. Massuet, Historia del duque de Riperdá, a cura di S. J. Mañer, Madrid 1796; G. Syveton, Uen cour et un aventurier du XVIIIe siècle; le Baron de R., Parigi 1896; M. Berreti-Landy, Información sobre antecedentes del barón de R. antes de su embajada en Viena, a cura di A. Rodriguez Villa, in Boletin de la R. Academía de la Historia, XXXI (1897), pagine 221-25.