KELLGREN, Johan Henrik
Scrittore svedese, nato a Floby (Västergötland) il 1° dicembre 1751, morto il 20 aprile 1795 a Stoccolma. Giornalista, consigliere letterario di Gustavo III, i cui schizzi drammatici Gustaf Vasa (1786) e Gustaf Adolf och Ebba Brahe (1788) elaborò e sviluppò in forma poetica, primo presidente dell'Accademia svedese, polemista, poeta, fu in Svezia il più brillante interprete dell'illuminismo dell'età gustaviana.
Spregiudicato e mordace nella critica, razionalista e umanitarista nelle idee, spietato e tagliente nella polemica (nel 1782 contro Thorild; nel 1787 contro le sette dei mistici), voluttuoso e musicale nella poesia, specchiò in sé, sotto ogni aspetto, lo spirito e il gusto del tempo. La sua satira Ljusets fiender (I nemici della luce, 1792) è un'apologia degl'ideali della rivoluzione. Dalla sensualità settecentescamente festosa di Till Rosalie o di Sinnenas förening (L'unione dei sensi), il K. giunse alla passionale poesia di Saknaden (Nostalgia) e, soprattutto, di Den nya skapelse (La nuova creazione), la quale per movimento di fantasia e intimità di sentimento già preannuncia il prossimo avvento del romanticismo.
Opere: Samlade skrifter, scelta dell'A., voll. 3, Stoccolma 1796; Samlade skrifter, ed. critica di S. Ek e O. Sylwan, in 6 voll. (in corso di pubblicazione), Stoccolma 1923 e segg.
Bibl.: O. Sylwan, J. H. K., Stoccolma 1912; M. Lamm, Upplysningens romantik, II, Stoccolma 1920.