BORGEN, Johan
Romanziere e drammaturgo norvegese, nato a Oslo il 28 aprile 1902. Una prima raccolta di novelle (Mot mørke, "Verso il buio", 1925) e un romanzo (Når alt kommer til, "A conti fatti", 1934) rivelarono le sue doti di psicologo e di stilista, formatosi nello studio della prosa di K. Hamsun. Seguirono un paio di drammi (Kontorsjef, "Il capufficio", 1936; Mens vi venter, "Sala d'aspetto", 1938), nei quali, in forme ironico-simboliche, veniva messa in scena l'angosciosa tragedia dell'uomo modemo. All'inizio della seconda guerra mondiale, partecipò alla resistenza scrivendo articoli antitedeschi nel Dagblad; fu poi nel campo di concentramento di Grini, e riparò finalmente in Svezia, dove continuò a svolgere attività clandestina. Finita la guerra ha ripreso, dopo qualche breve parentesi (una raccolta di novelle Hvetebrødsdager, "Giorni di pan bianco", 1948; una commedia Vikinger, "Vichinghi", 1950), la sua analisi dell'uomo moderno, oscillante fra orrore e sete di vita, fra nichilismo e ricerca d'una religione; e soprattutto nella trilogia narrativa su Wilfred Sagen (Lillelord, "Il signorino", 1955; De mørke kilder, "Le sorgenti torbide", 1956; Vi har ham nå, "Eccolo qui", 1958) ha psicanaliticamente ricercato nell'infanzia del suo personaggio-simbolo le oscure cause delle deviazioni e perversioni dell'uomo.
Bibl.: M. Gabrieli, Storia delle letterature della Scandinavia (coll. Thesaurus Litterarum), Milano 1958.