CASTILHO, João de
Architetto, nativo di Santander (Asturie), morì prima del gennaio 1553. Fu in Galizia, in Italia, trattenendosi specialmente a Napoli; andato in Portogallo iniziò la sua attività d'architetto a Vizeu. Dal 1517 in poi si trova spesso il nome del C. nei registri del convento a Belem dove costruì (1522) la grandiosa vòlta della chiesa. Nel 1519 venne chiamato a dirigere pure i lavori nel convento di Thomar. Nel 1528 il C. assunse, essendo morto Matheus Fernandes, la direzione dei lavori di Batalha (v.). Nel 1533 re Joăo III gli rilasciò un certificato per i lavori da lui eseguiti, da cui si deduce che sono da ascrivergli le più importanti opere architettoniche portoghesi della prima metà del sec. XVI, oltre al convento di Belem, alcuni palazzi a Lisbona, il convento di Thomar, ecc.
È la più notevole personalità artistica del sec. XVI in Portogallo. Fu il creatore dello stile manuelista, in cui alla maniera tardogotica e naturalistica si fondono ornamenti di stile rinascimento e reminiscenze indiane e moresche. La sua arte raggiunge vera grandezza nel convento di Belem (Lisbona) e nel coro e nella celebrte finestra della sala capitolare del convento di Thomar, dove lo stile del C. è indipendente da influssi occidentali, e la struttura ricorda se mai quella delle moschee di Ahmedabad (India). Il predominio che andò prendendo la Rinascenza nelle opere posteriori di Belem, da ascriversi in parte alla collaborazione di statuarî francesi, temperò l'originalità del C. senza diminuirne il vigore. Ne è splendido esempio l'interno di S. Maria di Belem. Nell'ultima sua opera importante, la loggia della capella imperfeita di Batalha, il C. è sotto l'influsso del Rinascimento spagnolo.
Il fratello Diogo, architetto anche lui, fu attivo collaboratore di João. Fra le molte opere che gli vengono attribuite la più importante è il magnifico portale del convento di Santa Cruz. Morì probabilmente tra il 1573 e il 1575.
Bibl.: A. Haupt, in Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912 (con la bibl. preced.).