Botelho, João
Regista cinematografico portoghese, nato a Lamego (Beira Alta) l'11 maggio 1949. Il cinema ha di fatto rappresentato per B. la continuazione di una militanza politica, iniziata in Portogallo nel periodo precedente la cosiddetta rivoluzione dei garofani (1974). Cogliere il significato del presente e rendere la realtà del suo Paese hanno costituito, fin dall'esordio, le linee guida della poetica di questo regista profondamente sensibile al rigore dei concetti e delle forme, teso alla realizzazione di un cinema di parole e suoni che trovano eco nelle immagini. Attraverso un metodo induttivo che interroga la Storia a partire dalla memoria privata dei personaggi, nei suoi film vengono mostrati piccoli avvenimenti, frammenti di vita che riflettono i gesti e i comportamenti di una collettività. L'idea del personaggio archetipico deriva invece direttamentedalla lezione di John Ford, al quale il regista ha reso un evidente omaggio in Aqui na terra (1993).Trasferitosi a Porto nel 1970, iniziò a frequentare la facoltà di Ingegneria meccanica, che abbandonò in seguito agli eventi del 1974 per seguire poi i corsi alla Escola Superior de Teatro e Cinema do Conservatório Nacional di Lisbona. Risalgono a quegli anni la sua intensa attività nei cineclub e quella di divulgazione del cinema nelle fabbriche, nelle caserme e nelle sale di provincia. Nel 1976 fondò, insieme a Jorge Alves da Silva e Manuela Viegas, la rivista di cinema "M" della quale uscirono soltanto quattro numeri tra il 1976 e il 1977. In quel periodo B. continuò a svolgere la professione di grafico per diversi editori, realizzando manifesti di film, cataloghi e libri per la Fundação Calouste Gulbenkian e la Cinemateca Portuguesa. Dopo aver esordito nella regia con due documentari e un cortometraggio, diretti con Alves da Silva, è stato con Conversa acabada (1982; Conversazione conclusa tra Pessoa e Sá-Carneiro), suo primo lungometraggio, che B. si è imposto come uno dei registi più promettenti e importanti del cinema portoghese degli anni Ottanta. Filo conduttore dell'opera è la lettura della corrispondenza tra i due grandi poeti portoghesi, un rapporto interrotto dal suicidio di M. de Sá-Carneiro. Insistendo sul contrasto tra la ricchezza dei testi poetici e la povertà del contesto storico e sociale in cui sono stati concepiti, B. finisce per costruire un film sul Portogallo. La rigorosa composizione geometrica dell'inquadratura (per il regista, data la sua esperienza come grafico, il lavoro sull'inquadratura è una questione di impaginazione), l'astrazione delle forme espressive e la concretezza delle storie che compongono i film corrispondono alla necessità di materializzare i concetti, di filmare le idee ‒ di potere, denaro, sofferenza ‒ anziché i sentimenti dei personaggi. Ha quindi raccontato il silenzio delle guerre coloniali, la fine dell'impero e l'incapacità di elaborare il lutto di perdite inevitabili in Um adeus português (1985); l'ascesa dei nuovi ricchi e il disprezzo dei valori umani e sociali nell'epoca postrivoluzionaria in un film onirico e crudele sulla condizione umana, Tempos difíceis (1988; Tempi difficili), liberamente ispirato al romanzo omonimo di Ch. Dickens; corruzione e cinismo, la corsa al potere e la forza del denaro sul valore della vita in due film sul Portogallo contemporaneo, Aqui na terra e Tráfico (1998). Storie di vita quotidiana si susseguono invece liberamente in O ar: no dia dos meus anos (1992) e in Três palmeiras (1994), come le molecole che compongono l'aria cui fa riferimento il titolo del primo film. Nel 2001 con Quem es tu? ha realizzato una metafora di impronta teatrale dei destini storici del Portogallo e del mito 'sebastianista'.
João Botelho, a cura di B. Fornara, A. Signorelli, Bergamo 1996.