Du Bellay, Joachim
Bellay, Poeta francese (Liré 1522 - Parigi 1560). Studiò diritto ma s'interessò presto di letteratura. A Parigi, dove proseguì gli studi, si legò d'amicizia con Ronsard e fu protetto da Margherita di Navarra. Nel 1553 andò a Roma a raggiungervi lo zio, il cardinale Jean Du Bellay, e vi rimase tre anni. In poesia si discosta dai contemporanei poeti della Pléiade: canta in particolare la nostalgia del proprio paese durante quello che egli considera un vero e proprio esilio a Roma. Probabilmente è questa situazione psicologica che lo ha fatto accostare a D., dalla cui opera, secondo alcuni studiosi, sarebbe stato influenzato. In sostanza l'autorità di D. in Francia era allora diminuita a tutto vantaggio del Petrarca, che è un modello per i teorici della Pléiade accanto ai Greci e ai Latini. Si è voluto vedere un influsso del De vulgari Eloquentia nella sua Deffence et Illustration de la langue françoyse (1549), preceduta di un anno da L'Art poétique françois di T. Sibilet, in cui è detto che dopo la caduta della letteratura romana, la poesia risorse fra gl'Italiani mostrando ancora qualche vestigio della sua antica grandezza per mezzo di D. e di Petrarca. Il Du B. nella Deffence indica gl'Italiani come modelli, ma fa soltanto i nomi di Petrarca, dei petrarchisti e di Luigi Alamanni. La tesi della derivazione dal De vulgari Eloquentia nella volgarizzazione del Trissino (1529) fu sostenuta dallo Spingarn che andò oltre somiglianze esteriori di contenuto e di partizione. Il Farinelli si oppose a tale tesi opinando un richiamo alla premessa che J. Peletier du Mans scrisse alla sua traduzione in versi dell'Ars poetica oraziana (1545), finché il Villey la destituì d'ogni fondamento dimostrando che la Deffence deriva direttamente dal dialogo Delle lingue (1542) di Sperone Speroni, ben noto in Francia. Altrettanto discutibile è l'ipotesi, sostenuta in particolare dal Rathery, dallo Pfänzel, dallo Chamard e dal Vianey, d'influssi danteschi nella poesia del Du B., soprattutto in alcuni sonetti sulla vita romana, ispirati alla nostalgia del proprio paese. Tali influssi apparirebbero, per Pfänzel e Vianey, segnatamente nel sonetto 17 delle Antiquitez de Rome che richiamerebbe il VI canto del Paradiso, mentre Rathery scorge nella serie di sonetti intitolata Songe, che costituisce la seconda parte delle Antiquitez, " un reste affaibli du génie allégorique et de la grandeur triste de Dante ". Dal canto suo lo Chamard è dell'opinione che gli stessi sonetti del Songe siano stati ispirati da D. e dal Petrarca, e l'allusione del sonetto XIII di questa sezione (" triste Florentin ") sia riferita a D. e al canto III dell'Inferno, mentre espressioni analoghe, in altri poeti francesi contemporanei, risultano correntemente riferite al Petrarca.
Un'occasionale linea, che può far pensare all'itinerario spirituale di D., è dato cogliere nelle Antiquitez, e in particolare nel Songe, e nei Regrets, senza peraltro autorizzare a riconoscervi un influsso diretto.
Du B. cita D. in una poesia scritta prima del viaggio in Italia: l'Ode à Madame Marguerite d'escrire en sa langue (1550), dove mette il nostro poeta sullo stesso piano del Bembo e dopo il Petrarca . e il Boccaccio: esaltando gl'Italiani illustri, afferma che la gloria del Petrarca durerà eterna e così quella di D. e del Bembo (" Qui verra la vostre muette, / D. et Bembe à l'esprit humain? ").
Bibl. - E.-J.-B. Rathery, L'influence de l'Italie sur les lettres françaises depuis le XIII e siècle jusqu'au règne de Louis XIV, Parigi 1854; J.-J. Ampère, La Grèce, Rome et D., ibid 18592; A.S. Cook, The ‛ sad Florentine ' of Du B. and Spenser, in " Academy " 10 marzo 1888; M. Pfänzel, Uber die Sonette des J. Du B., Saafeld 1898; H. Hauvette, D. dans la poésie française de la Renaissance, Grenoble 1899 (trad. italiana di A. Agresta con aggiunte dell'autore: D. nella poesia francese del Rinascimento, Firenze 1901), poi in Études sur la D. C., Parigi 1922,; J.E. Spingarn, A History of Literary Criticism in the Renaissance, New York 1899 (19302), trad. italiana di A. Fusco, La critica letteraria nel Rinascimento, Bari 1905, passim; G. Saintsbury, A History of Criticism and Literary Taste in Europe, 3 voll., Edimburgo 1908-1904; H. Chamard, J. Du B., Lilla 1900; P. Villey, Les sources italiennes de la ‛ Deffence et Illustration de la langue françoyse ', Parigi 1908; A. Farinelli, D. e la Francia, Milano 1908, I 408-423; J. Vianey, Les Antiquitez de Rome: leurs sources latines et italiennes, in " Bulletin italien " I (1921); V.-L. Saulnier, Commentaires sur les " Antiquitez de Rome ", in " Bibliothèque d'Humanisme et Renaissance " XII (1950) 114-143; ID, Du B., l ' homme et l 'auvre, Parigi 1951.