KṚṢṆAMŪRTI, Jiÿÿu
(Krishnamurti, Jiddu, XX, p. 286)
Filosofo e teosofo indiano, nato a Madanapalle (Madras) il 12 maggio 1895, morto a Ojai (California) il 17 febbraio 1986. La sua posizione critica nei confronti della millenaria tradizione filosofica e religiosa della sua terra (rafforzatasi durante la permanenza in California, dove egli si era stabilito nel 1922), l'inflessibile ricerca di una sua via che demitizzasse ogni sistema ideologico e lo affrancasse da ogni abitudine mentale, e infine il conseguente progressivo affermarsi della sua personalità lo portarono a una crescente insofferenza dei vincoli che gli imponeva l'Ordine della Stella d'oriente. La morte prematura del fratello Nityananda (1925) incise profondamente sulla sua vita spirituale e lo convinse una volta di più a liberarsi da qualsiasi vincolo formale e materiale e a cercare in se stesso, nella profondità della propria coscienza, la sola e vera liberazione.
Fu così che, il 3 agosto 1929, tra la costernazione e lo smarrimento di duemila seguaci presenti all'incontro, mentre si trovava nel campeggio di Ommen (Olanda), sciolse l'Ordine della Stella, rinunciando contemporaneamente, con decisione quasi provocatoria, da una parte, alla forza di un movimento ricco di potere, dall'altra, alla realtà di ingenti beni e di redditi derivanti da sottoscrizioni e da donazioni, talvolta grandiose, come nel caso del castello di Eerde che gli era stato donato nel 1924 dal barone olandese Ph. van Pallandt van Eerde. Rinunciò quindi a tutti i trusts che erano stati fondati in America, in Australia, in India per amministrare tali beni, cedette l'Arya Vihara, la casa che possedeva in California, nell'Ojai Valley, e rifiutò proposte di alti compensi, quali l'offerta di 5000 dollari settimanali fattagli per interpretare film sulla vita del Buddha. Da quel momento iniziò una lunga serie di viaggi in tutto il mondo, per lo più svernando in India e passando il resto dell'anno in Europa e in America, tenendo un gran numero di conferenze pubbliche interrotte soltanto durante gli anni della seconda guerra mondiale, che egli trascorse interamente a Ojai. Tra la fine del 1930 e il giugno del 1931 compì il suo primo viaggio in Europa, accolto nelle principali città da un numero via via crescente di ascoltatori.
Negli ultimi mesi del 1933, con i discorsi tenuti presso il Centro teosofico di Adyar (Madras), e soprattutto con le sue risposte alle domande che gli venivano poste per iscritto, K. aveva praticamente definito il suo distacco da quel mondo di cui era stato espressione e di cui rifiutava ormai ogni sorta di tutela e di guida. Al tempo stesso, rifiutandosi di riconoscere in sé quelle caratteristiche messianiche di ''Istruttore del mondo'' che gli avevano voluto attribuire, K. aveva impostato le linee maestre del suo futuro insegnamento. E a tale insegnamento egli rimase sempre fedele, proponendo e riproponendo, con un'esasperata affermazione d'individualismo, un'istanza costantemente rinnovata a operare da sé nel campo dell'esperienza interiore, al di fuori di qualsiasi categoria prefabbricata del sapere, e a cercare autonomamente la Verità, dentro e al di là dei propri dubbi. Nel 1933 K. tenne un ciclo di conferenze ad Alpino, presso Stresa, e poi, tra il 1950 e il 1960, tornò più volte in Italia su invito di varie associazioni e università. Nel 1969 scelse a propria sede di lavoro Brockwood Park nell'Hampshire, e anche qui tenne numerosi discorsi e discussioni.
La positiva esperienza di Ommen aveva suggerito già prima a K. l'opportunità d'individuare una sede stabile e comoda da raggiungere da ogni parte d'Europa per quanti volevano partecipare alle riunioni che si sarebbero tenute, negli anni successivi, a ogni mese di luglio. La scelta cadde su Saanen, villaggio svizzero sito nelle Alpi bernesi, e qui gli incontri continuarono fino agli anni Ottanta al ritmo di 5 discussioni pubbliche e 7 discorsi. Dal 1982 in poi, gli incontri divennero meno frequenti e il rapporto diretto con il pubblico dei suoi seguaci si ridusse via via a un semplice scambio di scritti.
Gli scritti di K. hanno incontrato larghissimo successo e sono stati pubblicati in molte lingue, tra cui l'italiano; fra i più recenti: The first and last freedom (1954; trad. it., 1969); Life ahead (1956; trad. it., 1969); Freedom from the known (1969; trad. it., 1973); The urgency of change (1970; trad. it., L'uomo alla svolta, 1970); The only revolution (1970; trad. it., 1973); Beyond violence (1973; trad. it., 1974); The impossible question (1974; trad. it., 1974); Beginnings of learning (1975; trad. it., Cominciare a imparare, 1976); Krishnamurti's notebook (1976; trad. it., Taccuino, 1980); Truth and actuality (1977; trad. it., 1978); The wholeness of life (1978; trad. it., 1980); Exploration into insight (1979; trad. it., La visione profonda, 1982); Saanen lectures, 1978-79 (1980; trad. it., Cosa vi farà cambiare, 1981); Letters to schools (1981; trad. it., 1983); Journal (1982; trad. it., 1983); The ending of time (1985; trad. it., Dove il tempo finisce, 1986); Last talks at Saanen 1985 (1986; trad. it., 1987); Krishnamurti to himself. His last Journal (1987; trad. it., A se stesso, 1990).
Bibl.: C. Suarès, Krishnamurti et l'unité humaine, Parigi 1950; A.J.G. Methorst-Kuiper, Krishnamurti, Torino 1974; B. Ortolani, Krishnamurti, Sintesi dell'insegnamento, ivi 1982; M. Lutyens, The life and death of Krishnamurti, Londra 1990 (trad. it., Roma 1990); R. Romiti, Krishnamurti, Prima, Torino 1991.