Trnka, Jiří
Regista, costumista e scenografo ceco, nato a Pilsen (od. Plzeň, Repubblica Ceca) il 24 febbraio 1912 e morto a Praga il 30 dicembre del 1969. è stato uno dei più noti autori mondiali del cinema d'animazione, avendo introdotto forti innovazioni in particolare nel campo del film di pupazzi.
Si formò giovanissimo alla scuola del marionettista Josef Škupa, di cui in seguito fu assistente (1930-1935). Quindi fondò e diresse a Praga un proprio teatro di marionette, il Dřevěné divadlo (Teatro di legno, 1936-37). Lavorò poi come pittore, grafico e illustratore, e fu scenografo e costumista per il regista d'avanguardia Jiří Frejka al Národní divadlo (Teatro nazionale).
Dal 1945 si dedicò al cinema, fondando (con Eduard Hofman e Jiří Brdečka) lo studio Bratři v triku (Fratelli in maglietta), nel quale si sarebbero in seguito formati molti disegnatori e registi. Esordì con tre film animati, Zasadil dědek řepu (1945, Il nonno piantò una barbabietola), Zvířátka a Petrovští (Gli animali e i briganti di Petra) e Pérák a SS (L'uomo a molla e le SS), entrambi del 1946: nel tratto tondeggiante è ancora evidente l'influenza disneyana, ma già emerge la capacità di utilizzare i movimenti della macchina da presa per creare un effetto 'd'azione'. Con Dárek (1946, Il regalo) recuperò invece il proprio stile di disegno, dai tratti più aspri. Nel 1947 venne poi l'esordio nel film di pupazzi con il lungometraggio Špalíček, noto anche come The czech year, con cui T. portò nel cinema la sua esperienza di marionettista e iniziò a sfruttare le potenzialità del montaggio. Con Císařův slavík (1948, L'usignolo dell'imperatore) raggiunse le vette della poesia, mescolando documentarismo e surrealismo. Tre cortometraggi del 1949, Čertův mlýn (Il mulino del diavolo), Román s basou (Il romanzo del contrabbasso) e Árie prérie (Arie di prateria), risultarono giocati tra umorismo e parodia. Con il lungometraggio Bajaja (1950), storia di un re che deve offrire le figlie a un drago, T. portò alla perfezione il racconto di pupazzi, fondendo con abilità azione, psicologia, dramma e fantascienza. Dopo una serie di cortometraggi animati (Veselý cirkus, 1951, Circo Allegria, realizzato con la tecnica delle 'ombre cinesi'; O zlaté rybce, 1952, Il pesciolino d'oro; Jak dědeček měnil až vyměnil, 1953, Gli sfortunati baratti del nonno), tornò ai pupazzi e al lungometraggio con Staré pověsti české (1953, Vecchie leggende ceche), che insieme a Bajaja è considerato l'apice del suo lavoro. Qui la storia delle prime popolazioni slave si intreccia alle tradizioni locali in un crescendo contrappuntistico tra singoli personaggi e scene di massa. Dopo alcuni cortometraggi (Dva mrazíci, 1954, I due gnomi del gelo; i tre brevi film raccolti sotto il titolo Dobrýy voják Švejk, Il buon soldato Švejk; Kutásek a Kutilka, jak ráno vstávali, Come si levarono al mattino Kutásek e Kutilka; Cirkus Hurvínek, Circo Hurvínek, tutti del 1955), nel lungometraggio Sen noci svatojanské (1959; Il sogno di una notte d'estate) realizzò effetti luministici sorprendenti. A causa del peggiorare della sua salute negli ultimi anni di attività realizzò solo cortometraggi. Non abbandonò del tutto il taglio fiabesco (Archanděl Gabriel a paní Husa, 1964, L'arcangelo Gabriele e la signora Oca), ma si dedicò prevalentemente alla critica della vita contemporanea, mescolando toni che vanno dalla satira di Vášeň (1961, La passione) e Kybernetická babička (1962, La nonna cibernetica) alla cupezza dello sconvolgente Ruka (1965, La mano), il suo ultimo film, atto di accusa contro il potere che imbavaglia l'arte.
Fu più volte scenografo oppure realizzatore di pupazzi per altri registi, in particolare Martin Frič, Otakar Vávra, Břetislav Pojar.
J. Boček, Jiří Trnka, Praha 1963.
M. Staňková, Jiří Trnka, Praha 1971.
Jiří Trnka, éd. M. Benesova et al., Paris 1981.
H. Chvojková, Jiří Trnka, Praha 1990.
V. Tetiva, Jiří Trnka, 1912-1969, Praha 1999.
L.H. Augustin, Jiří Trnka, Praha 2002.