JHŪKAR
KAR Questa cultura prende il nome da un piccolo villaggio del Sind (Pakistan occidentale) dove, per la prima volta, fu possibile distinguerne i tratti essenziali. In seguito essa fu localizzata anche in altri centri, quali Lohumjodaro, Chanhu-daro e Amry, dove ricorreva nei livelli più alti.
La cultura di J. è caratterizzata da una ceramica non molto raffinata, di colore rosso, con decorazione in nero ovvero a fondo camoscio con disegni in nero e rosso (e quindi bicroma). Quanto ai motivi decorativi essi possono appartenere sia al tipo naturalistico (lunghe foglie tratteggiate), sia a quello geometrico (prevalentemente il motivo a scacchiera). Si affianca ad essa, sia pure in quantità minore, una ceramica con decorazione incisa.
Al vasellame si accompagnano sigilli di pietra rotondi con motivi a scomparti o radiati, asce, teste di mazze e fuseruole.
Se non la ceramica, tutti gli oggetti "minori" presentano analogie con la produzione di alcune località dell'Iran settentrionale e del Turkmenistan meridionale (Hissar III e Anau III).
Dal momento che questa cultura è stata trovata nei livelli immediatamente successivi a quelli appartenenti alla cultura di Harappā, e poiché sembra che essa possa essere messa in relazione con le culture dell'Iran settentrionale, molti studiosi hanno creduto di poter risolvere il complesso problema delle sue origini considerandola come caratteristica del periodo delle invasioni e quindi prodotto di quegli Indo-Arii troppo spesso chiamati in causa per risolvere i problemi della protostoria indiana.
A questa ipotesi, che fino ad oggi è stata la più seguita, se ne contrappone attualmente un'altra, sostenuta dal Casal. L'archeologo francese, in seguito agli scavi di Amry (v.) dove lo strato di J. sembra avere dei riferimenti, se pur tenui, con quelli precedenti, tende a considerare la cultura di J. come l'ultima fase della civiltà dell'Indo, giunta ormai al suo declino. La differenza che esiste con i prodotti culturali precedenti sarebbe dovuta ad elementi pervenuti nel Sind attraverso i profughi belucistani. A sostegno di questa tesi, e in genere della continuità culturale della regione del Sind, si cita l'esempio della ceramica bicroma presente sia nella cultura di Amry che in quella di Jhūkar.
È ancora prematuro considerare come definitiva una delle due ipotesi. Solo il rinvenimento di un sito in cui il livello della cultura di J. sia inserito in un contesto stratigrafico accertato senza dubbî, potrà stabilire quale di esse sia da ritenersi valida.
Bibl.: N. C. Majumdar, Explorations in Sind, in Mem. Arch. Serv. India, n. 48, 1934; E. Mackay, Excavations at Chanhu-daro, in Arch. Serv. India Am. Rep., 1935-36, pp. 38-44; N. C. Majumdar, Explorations in Sind, in Mem. Arch. Serv. India, n. 48, 1934; E. Mackay, Excavations at Chanhu-daro, in Arch. Serv. India Am. Rep., 1935-36, pp. 38-44.