Spinelli, Jerry
Raccontare storie di ragazzi misteriosi
Realtà, leggenda e mistero sono le tre componenti di cui è fatta la vita dei ragazzi dei quali lo statunitense Jerry Spinelli racconta le esilaranti storie. Approdato alla scrittura dopo la passione adolescenziale per i fumetti e lo sport, Spinelli ha pubblicato una ventina di libri che sono tra i capolavori della letteratura per ragazzi
«La storia di un ragazzo è fatta di una parte di realtà, due parti di leggenda e tre parti di mistero»: Jerry Spinelli presenta così uno dei suoi personaggi più importanti, Mitico Jeffrey Magee (Una casa per Jeffrey Magee, 1994), e certamente ha ragione. In tutte le sue storie, per le quali continua a ricevere prestigiosi premi letterari, questa convinzione emerge con tanta forza che anche le persone più distratte, quelle che non ci avevano mai fatto caso, lo capiscono all’istante.
Jerry Spinelli è nato a Norristown, in Pennsylvania, nel 1941, e ricorda con piacere le origini italiane di suo nonno. Da ragazzo amava i fumetti e lo sport, e la passione per la scrittura è arrivata quando, adolescente, ha dedicato una poesia alla sua squadra. Per i successivi venticinque anni nessun editore ha voluto i suoi libri, poi d’improvviso è cambiato tutto: dal 1982 ne ha pubblicati una ventina, molti dei quali in diverse lingue.
Tutti i suoi protagonisti sono ragazzi che da una parte si dimostrano normali, simili ai compagni, dall’altra rimangono avvolti come da un velo di mistero, e forse per questo su di loro nascono molte leggende. Per esempio, hanno dei soprannomi strani, come se avessero un’altra vita sconosciuta: nessuno sa come si chiami in realtà Stargirl, la protagonista dell’omonimo romanzo (2001), né dove abiti o perché si presenti a scuola con un topolino e un fiore da tenere sul banco; è così difficile da catalogare che per molti è pazza da legare, per altri un sogno, oppure un’aliena. Lo stesso vale per Mitico Magee, che corre senza fermarsi; per non parlare del protagonista di Crash (1996), che viene chiamato così non solo dai compagni di football, ma persino dai genitori e dai vicini di casa, mentre il vero nome è stato dimenticato.
Ma se tutti i ragazzi del mondo celano qualche mistero, quelli raccontati da Jerry Spinelli sono veramente i più incomprensibili di cui si sia mai avuta notizia. Infatti, nel bene e nel male, quando passano per strada o per i corridoi della scuola succede sempre che tutti gli altri si voltino a guardarli: hanno una caratteristica in comune, che è quella di essere totalmente diversi dai coetanei, in qualche modo anormali. Persino Misha (Misha corre, 2004), che vive sotto la terribile dominazione nazista (nazionalsocialismo), riesce a uscire dagli schemi e a non piegarsi alla volontà altrui.
A volte però, se qualcuno è troppo strambo, ci viene voglia di isolarlo, o di farci beffe di lui con gli amici. Spinelli cerca sempre, con la straordinaria ironia che gli è propria, di mettere in luce questo comportamento, e molti dei suoi ragazzi sembrano essere nati nel posto sbagliato, e diventano vittime dei compagni. Donald, per esempio, nonostante la sua simpatia incontenibile, è soprannominato da chiunque «la schiappa» (La schiappa, 2003); in Tiro al piccione (1999) Palmer, che non vuole diventare un teppistello solo perché lo fanno tutti, è ormai conosciuto come «Moccio». Alla fine, però, in qualche modo si trasformano in eroi, e proprio quello che appariva un difetto inizia ad affascinare: anzi, in tanti cercano addirittura di imitarli, come se avessero scoperto, solo guardandoli, qualcosa di importante su sé stessi.
Spinelli ambienta le sue esilaranti storie nelle piccole province, dove ci sono scuole uguali a tutte le altre e famiglie come tante, per esempio quella di Megin e Greg (Guerre in famiglia, 1999), dove si fa sport e si perde tempo come in ogni altra città. Quello che più gli sta a cuore è trovare una situazione tranquilla, comune, persino noiosa; a quel punto introduce qualcosa, o meglio qualcuno, che per le sue abitudini ci sorprende, e ci sembra venuto da un altro mondo. A guardare bene, questi giovani eroi, a differenza degli adulti e dei coetanei, hanno recuperato capacità che un tempo erano normali, ma che oggi appaiono da svitati: correre a perdifiato, ballare sotto la pioggia, parlare con gli animali, che siano topi, piccioni, tori... E al lettore viene il sospetto, chissà, che forse quelli strambi non siano loro.