AAKJÆR [pron. ókjer], Jeppe
Poeta e prosatore danese nato nel 1866 da famiglia ebraica, a Aakjær presso Horsens (Jutland). È scrittore ben noto e amato in Danimarca, ove i suoi racconti sono popolarissimi. Tra le sue cose migliori si possono citare Vadmelsfolk (Gente in fustagno, 1900), Fjandboer (Abitanti di Fiand, 1901), Vredens Børn (Figli dell'ira, 1904), Fra Jul til St. Hans (Da Natale a S. Giovanni, 1905), Hvor Bønder bor (Dove i contadini abitano, 1908), Arbejdets glæde (Il piacere del lavoro, 1914), e Hvor der er gjærende kræfter (Dove son forze in fermento, 1916); racconti nei quali la vita dei contadini del Jutland è tratteggiata con linee forti e decise, senza virtuosità stilistiche e senza mollezze di sentimento. E in lui la rudezza schietta degli scrittori jutlandesi (J. Knudsen, Johannes V. Jensen), i quali, a differenza della maggioranza degli altri scrittori della Danimarca, sono contraddistinti da una visione semplice e sana della vita, ereditata dal popolo cui appartengono. Anche come poeta lirico l'A. ha composto opere notevoli, come Fri Felt (Aperta campagna, 1905), Rugens Sange (Canti della segala, 1906), Muld og Malm (Polvere di terra e polvere di metallo, 1909), Den Sommer og den Eng (L'estate e la prateria, 1910), e Vejr og vind og folkesind (Aria e vento e umor popolare, 1921): opere che son come rifrazioni liriche dei motivi della sua copiosa opera in prosa, e per la realistica immediatezza dell'ispirazione e per il senso d'aria libera che vi si respira occupano nella raffinata poesia moderna una posizione a parte. Infelici furono invece i suoi tentativi drammatici: Livet paa Hegnsgaard (La vita a H., 1907), Naar Bønder elsker (Quando i contadini amano, 1911). Scrisse anche una biografia del Blicher (3 voll., 1903-1906). Le sue opere complete (8 voll.) sono uscite a Copenaghen (1928).
Bibl.: K. K. Nicolaisen, J. A., Copenaghen 1913. Cfr. anche l'autobiografia di A.: Mit regnebraet (La mia resa dei conti), Copenaghen 1919.