JEFFREYS, George, primo barone di Wem
Nato nel 1618 iscritto nel foro nel 1668 e poi entrato nella magistratura, dopo lo scoppio della congiura papista (Papist Plot), come consigliere della corte ebbe una parte direttiva nei processi fatti ai sospetti, spingendo il re a sorpassare Shaftesbury nello zelo per la causa protestante. Il suo fu un atteggiamento di estremo conservatorismo unito alla mancanza di ogni scrupolo nel prostituire la legge per fini politici, e alle doti di un grande giurista. Nel 1683 divenne Lord Chief Justice e consigliere intimo. Processi politici come quello di Algernon Sidney condotti da lui con illegalità (esagerate poi dall'odio dei contemporanei) fruttarono a J., dopo l'ascensione al trono di Giacomo, il titolo di barone di Wem e grande influenza politica. Dopo la disastrosa ribellione di Monmouth, fu nominato presidente della commissione del circondario dell'est, che punì i ribelli con grande brutalità: dopo un sommario processo un gran numero di essi fu condannato a morte e più di 800 vennero messi in prigione. Al suo ritorno J. divenne lord cancelliere (settembre 1685), il che prova che il suo atteggiamento di severità era conforme ai desiderî del re: del quale peraltro non approvò completamente la politica religiosa tanto che nel 1687 esitò prima di prendere misure arbitrarie. Diresse il processo dei Sette Vescovi, ma cercò di arrivare a un compromesso. Quando si accorse del pericolo annullò certi procedimenti impopolari. Dopo la fuga di Giacomo egli cercò di fuggire, ma fu preso e chiuso nella torre di Londra, dove morì il 18 aprile 1689.
Bibl.: H. B. Irving, Life of Judge J., 1898.