Medico, fisico (Dieppe 1622 - Parigi 1674). Trasferitosi a Parigi nel 1642, entrò in contatto con i circoli scientifici pascaliani che avrebbero dato vita all'Accademia delle scienze (1666). Osteggiato per le sue moderne idee scientifiche dai tradizionalisti della Facoltà di medicina - egli era fautore della teoria della circolazione del sangue di W. Harvey, nonché della teoria dell'elasticità dell'aria di R. Boyle e di G. P. de Roberval -, nel 1651 riparò a Montpellier dove si addottorò in medicina un anno dopo. Ritornato a Parigi, intraprese una fruttuosa carriera professionale e scientifica divisa tra la cura di pazienti illustri e la ricerca sperimentale. Nel 1666 fu ammesso all'Accademia delle scienze, dove effettuò esperimenti di tecnica trasfusionale e dibatté con E. Mariotte sull'agente fisico della visione. Il suo nome è legato alla scoperta, divulgata negli Experimenta nova anatomica (1651), della dilatazione ampollare (receptaculum chyli) da cui prende avvio il dotto toracico (o dotto di P.), effettuata su un cane vivisezionato durante la fase di digestione. Mostrando inoltre che il dotto confluisce nel tratto superiore della vena cava, P. diede un decisivo contributo alla demolizione dell'idea secolare dell'assorbimento epatico del chilo e al pregiudizio scientifico che attribuiva al fegato un ruolo centrale nella circolazione sanguigna.