MORIN, Jean
Nacque a Blois nel 1591 da parenti calvinisti; studiò lettere a La Rochelle, filosofia a Leida. Fattosi cattolico, entrò nell'Oratorio (1618). Nel 1625 il padre de Bérulle lo scelse come uno dei dodici secerdoti che dovevano costituire la cappella di Enrichetta di Francia regina d'Inghilterra. Costretto a ritornare in Francia, dimorò nella casa di Saint-Honoré di Parigi, dove attese alla conversione dei giudei e dei calvinisti. Vi rimase poi sempre, eccetto una breve interruzione nel 1640, quando fu chiamato a Roma da Urbano VIII che voleva servirsi di lui nell'opera dell'unione dei Greci scismatici. Morì il 28 febbraio 1659.
Si hanno di lui lettere critiche, dissertazioni bibliche, specialmente sull'autorità del testo ebraico e sulla versione greca dei Settanta; Exercitationum ecclesiasticarum libri duo (Parigi 1626). Nel campo della storia ecclesiastica: Histoire de la délivrance de l'Église chrétienne par l'empereur Constantin (1630). Ma la sua fama è affidata specialmente alle sue opere di carattere teologico-storico, come il celebre commentario De disciplina in administratione sacramenti poenitentiae, stampato nel 1651 e più volte in seguito, dove il M. studia la disciplina penitenziale della Chiesa in Oriente e in Occidente nei primi tredici secoli della sua esistenza. Un'altra opera del genere fu pubblicata da lui a Parigi nel 1655, col titolo De sacris Ecclesiae ordinationibus, sul sacramento dell'ordine sacro.
Bibl.: H. Hurter, Nomenclator literarius, III, Innsbruck 1907, col. 1153 segg.; Dictionnaire de la théologie catholique, X, col. 2486 segg.