MONNÈ, Jean
Poeta francese in lingua provenzale, nato a Perpignano il 7 gennaio 1838, morto a Marsiglia nel dicembre del 1916. Trascorse la giovinezza per le varie città della Provenza, dove seguiva il padre. Domiciliatosi a Marsiglia, vivendo d'un impiego nelle ferrovie, si diede alla causa del Felibrige, di cui fu una delle figure più appassionate e più operose.
La sua produzione lirica s'iniziò nel 1869 con l'ode: La pouesìo prouvençalo souto Ramoun Berenguié IV, e soltanto nel 1887 pubblicava la sua prima raccolta (Brout d'Arangié). In quest'anno traduceva l'Atlantido, il poema felibrista del catalano J. Verdaguer, e fondava Lou Felibrige (1887-1909), esauriente notiziario del movimento felibrista. Sulla traccia della Rèino Jano del Mistral, compose il dramma storico Casau (1892), la sua prima opera organica; ma soltanto con le raccolte Rousàri d'Amour (1906), una collana di sonetti per la moglie morta giovane, e Mentino (1907), poema in 12 canti, il poeta traduceva il suo temperamento tenero ed elegiaco, che si abbandona alla confidenza lirica con tutta trasparenza.
Ha lasciato altre opere, in parte ancora inedite: Lou Beleguiè, odi; Espigo, dramma d'argomento albigese, secondo la moda del felibrismo trovadorico; Roundèn païsan, schiettamente popolareschi; Lou Jardin de rimo, studio sulla metrica e sulla rima provenzale; ha scritto uno studio su J. Roumanille (1894).
Bibl.: Anthologie du félibrige, a cura di Ch.-P. Julian e P. Fontan, II, Parigi 1924, pp. 63-81.