Meslier, Jean (detto le cure M.)
(detto le curé M.) Filosofo francese (Mezerny, Ardenne, 1678 - Étrépigny, Champagne, 1733). Studiò teologia nel seminario di Châlons e fu poi parroco di Étrépigny. Influenzato da Montaigne, Descartes e Bayle, svolse nei suoi manoscritti pubblicati postumi (dapprima alcuni estratti per opera di Voltaire, 1762 e 1768, e di Holbach, 1772; poi in ediz. integrale da R. Charles, 3 voll., 1865) una teoria che pone la materia (intesa come aggregazione di atomi) a fondamento di tutta la realtà, negando quindi la possibilità dell’esistenza di un principio sovrannaturale. Questa teoria, che forniva una base filosofica all’ateismo, si risolveva coerentemente in una critica implacabile di ogni religione rivelata (critica che utilizzava gli strumenti esegetici e testuali messi a punto da una lunga tradizione di studi sul cristianesimo e riprendeva le obiezioni concettuali alla rivelazione e ai dogmi). Si oppose inoltre all’autoritarismo dello Stato assolutistico con argomentazioni che furono poi riprese dai materialisti del Settecento (d’Holbach), da Voltaire e dai pensatori socialisti dell’Ottocento, sottolineando essenzialmente il ruolo della religione come strumento di potere.