LAMARQUE, Jean-Maximin
Nato a Saint-Sever il 22 luglio 1770, morto a Parigi il 1° giugno 1832. Entrato nella carriera militare, prese parte alle guerre della Rivoluzione, distinguendosi per coraggio e capacità. Divenuto generale di brigata nel 1801 fece ottime prove a Moeskirch, a Hohenlinden e più tardi ad Austerlitz. Napoleone lo assegnò all'esercito di occupazione del regno di Napoli; fu opera sua la conquista di Gaeta. Generale di divisione nel 1807, riprese Capri agl'Inglesi il 2 ottobre 1808. Si segnalò di nuovo a Wagram e poi in Spagna. Creato barone dell'impero, nei Cento giorni fu nominato governatore di Parigi e comandante dell'esercito contro la Vandea, difficile impresa che egli condusse onorevolmente a termine, ottenendo dalla Camera una dichiarazione di avere ben meritato dalla patria. Costretto dalla Restaurazione ad abbandonare la Francia vi poté rientrare nel 1818. Con il 1828 tornò alla vita pubblica: fu deputato d'opposizione ed ebbe parte notevole nella preparazione e nel trionfo della rivoluzione di luglio. Anche sotto il governo di Luigi Filippo restò all'opposizione, fedele alle proprie idee democratiche e nazionalistiche. Sostenne la necessità della revisione della pace del 1815, ch'egli definiva "une halte dans la boue" dell'aiuto alla Polonia, dell'unione del Belgio alla Francia. Vivente personificazione delle idee di gloria e di libertà e amico di La Fayette, godette di larga popolarità e di grande influenza negli ambienti liberali. I suoi funerali furono pretesto a una gigantesca dimostrazione antigovernativa, vera prova generale rivoluzionaria, che contò ben 800 vittime.
Bibl.: B. Lasserre, Les Cent Jours en Vandée. Le géneral L. et l'insurrection royaliste, Parigi 1906.