Straub, Jean-Marie
Straub, Jean-Marie. – Regista francese (n. Metz 1933). Ha realizzato i suoi film con D. Huillet fino alla scomparsa di lei nel 2006 e ha poi proseguito da solo confermando ciò che ha contraddistinto tutto il loro cinema: rigore poetico, impegno civile, intransigenza nella costruzione delle immagini e del suono, resa filmica di nitore assoluto e di tensione emotiva. Nella sua opera più recente risuona un sottile e concreto 'appello' alla presenza, evidente e invisibile, della compagna di lavoro. Ciò si sente nelle due versioni de Il ginocchio di Artemide (2008) e in L’inconsolabile (2012), che proseguono l’itinerario già percorso con Huillet attraverso i Dialoghi con Leucò, di C. Pavese, restituiti nella loro materiale risonanza collocata tra le ombre e le luci del bosco di Buti, in Toscana. Con Itinéraire de Jean Bricard (2008), S. realizza, postuma, l’estrema condivisione con la compagna, percorrendo in piano sequenza il paesaggio della Loira e dell’isola di Coton e la voce-testimonianza di Bricard, tra arte e politica, rievocazione dell’idea di formazione etico-politica che risuona anche in Un héritier (2011), dove il confine esistenziale e politico tra Alsazia e Lorena viene messo in forma e problema attraverso le pagine di M. Barres e la diretta partecipazione di Straub. La restituzione della grana poetica della grande letteratura, sempre connessa materialisticamente alla meditazione sulla storia e sulla politica, ritorna nella lettura e nella voce, incrociate con la luce, del trittico Corneille-Brecht ou Rome, l’unique object de mon ressentiment! (2009), dove l’attrice C. Geiser incarna la parola di Orazio, dell’Othon di Corneille e di Das verhor des Lukullus di B. Brecht, in O somma luce (2011), che misura ed espande i versi del Paradiso dantesco, e in Shakale und Araber (2011), che fa vivere filmicamente il racconto omonimo di F. Kafka.