Straub, Jean-Marie
Regista, sceneggiatore, produttore e montatore cinematografico francese, nato a Metz l'8 gennaio 1933. Ha scritto, diretto e prodotto la quasi totalità dei suoi film con la compagna Danièle Huillet. La peculiarità del loro cinema va individuata soprattutto nella radicalità del metodo ‒ polemicamente anti-spettacolare ‒, in base al quale lo scrupolo filologico finalizzato a una rilettura/scrittura filmica di opere letterarie, teatrali e persino musicali e pittoriche si traduce in forme di rottura della convenzione, mentre contenuti politici costruiscono una critica della società borghese in una prospettiva analitica d'impronta marxiana. Tra i film più rappresentativi del loro percorso sperimentale, che occupa un posto singolare nel cinema del Novecento quanto all'uso puristico degli strumenti espressivi (suono, immagine, musica, recitazione): Chronik der Anna Magdalena Bach (1967; Cronaca di Anna Magdalena Bach), ispirato alla musica di J.S. Bach, Dalla nube alla resistenza (1978), da La luna e i falò e Dialoghi con Leucò di C. Pavese, Amerika/Klassenverhältnisse (1984; Rapporti di classe), da Amerika di F. Kafka, e Sicilia! (1999), da Conversazione in Sicilia di E. Vittorini.
Nel 1950, adolescente, S. cominciò a occuparsi di cinema allestendo un cineclub nella natia Metz, nella regione della Lorena allora ancora Germania, dove da bambino era stato obbligato a parlare la lingua tedesca. Dopo studi letterari compiuti presso le università di Strasburgo e di Nancy si trasferì a Parigi, dove nel 1954 incontrò la Huillet, con la quale intrecciò un forte legame sentimentale e artistico. Dopo aver lavorato come articolista per "Radio-Cinéma-Télévision", S. diede inizio all'attività cinematografica nel 1956, come assistente volontario su grandi set tra cui quello di Eléna et les hommes (1956; Eliana e gli uomini) di Jean Renoir e Un condamné à mort s'est échappé (1956; Un condannato a morte è fuggito) di Robert Bresson. Lo stesso anno fu assistente alla regia per il cortometraggio d'esordio dell'amico critico Jacques Rivette, Le coup du berger. In seguito alla diserzione del servizio militare (si rifiutò di combattere nella guerra di Algeria e fu per questo condannato in contumacia), S. si rifugiò con la Huillet prima ad Amsterdam, poi nel 1958 in Germania, a Monaco, dove qualche anno più tardi la coppia esordì nella regia con un cortometraggio radicalmente antimilitarista, Machorka-Muff (1963), tratto da un racconto dello scrittore H. Böll adottando una tecnica di ritaglio senza adattamenti del testo d'origine, che avrebbe costituito una fondamentale caratteristica degli impianti drammaturgici della loro produzione. Il film successivo fu un mediometraggio dal titolo Nicht Versöhnt oder Es hilft nur Gewalt, wo Gewalt herrscht (1965) che analizza la genesi del fascismo nella storia di una famiglia tedesca dagli anni Dieci agli anni Cinquanta e la cui narrazione è basata sul metodo recitativo del Verfremdungseffekt (straniamento) brechtiano, attraverso cui il testo letterario d'origine, il romanzo di Böll Billard um halbzehn, non viene propriamente recitato, ma 'mostrato' da attori non pienamente immedesimati nei personaggi, esplicitando fin da allora un lavoro con gli interpreti (spesso attori non professionisti) attento al dato materialistico della loro presenza fisica attraverso cui si concretizza il testo. Di due anni successivo è il primo lungometraggio, la cui gestazione risale alla fine degli anni Cinquanta, Chronik der Anna Magdalena Bach, basato sul Necrologio redatto da K.Ph.E. Bach e sull'epistolario di J.S. Bach. Con un denso modulo estetico a metà strada tra documentazione e finzione narrativa, le immagini del film veicolano l'atmosfera della musica materialmente eseguita davanti alla macchina da presa con strumenti d'epoca, che viene accompagnata dalla lettura di un testo, in forma di diario, effettuata da una voce fuori campo che restituisce le parole di Anna Magdalena, consorte del compositore. Nel 1968 S. collaborò con l'Action-Theater di Rainer Werner Fassbinder, riducendo e mettendo in scena Krankheit der Jugend da una pièce di F. Bruckner: da questa esperienza nacque il cortometraggio Der Bräutigam, die Komödiantin und der Zuhälter (1968). Nel 1969 S. e la Huillet si trasferirono in un quartiere dell'estrema periferia di Roma: qui, traendo spunto nuovamente da un testo teatrale (di P. Corneille), realizzarono il lungometraggio in 16 mm Les yeux ne veulent pas en tout temps se fermer ou peut-être qu'un jour Rome se permettra de choisir à son tour, ou Othon (1969). In questo film, lo straniamento della recitazione è esasperato dall'uso di attori non professionisti in costume, che leggono il testo teatrale nei giardini di villa Doria Pamphili, mentre il traffico automobilistico fa da sipario, scena e sottofondo allo svolgersi del dramma svuotato dell'azione. A quest'opera fece seguito Geschichtsunterricht (1972), paradossale capolavoro in 16 mm ispirato a Die Geschäfte des Herrn Julius Caesar (1937-1939) di B. Brecht, dove un narratore in abiti moderni, viaggiando per Roma in automobile, entra in scena e intervista i contemporanei di Cesare in costume per avere una versione dei fatti 'obiettiva'. Dello stesso anno è il breve film-saggio Einleitung zu Arnold Schönbergs "Begleitmusik zu einer Lichtspielscene" (1972), dove i registi leggono davanti alla macchina da presa testi di vari autori riguardanti l'opera del musicista; tale studio divenne una sorta di base teorica per la realizzazione del successivo lungometraggio, Moses und Aron (1974), fedele trascrizione in immagini dell'opera lirica di A. Schönberg, messa in atto scarnificando l'espressione musicale e canora da ogni orpello di azione e recitazione, attraverso il registro della fissità corporea. Di marca più esplicitamente politica è Fortini/Cani (1976), dove lo scrittore militante Franco Fortini viene 'messo in scena' dai registi ricorrendo alla lettura a più voci del suo saggio I cani del Sinai. Radicale e straniante rapporto tra suono e senso del verso poetico è quello del cortometraggio Toute révolution est un coup de dés (1977), ispirato alla poesia di S. Mallarmé Un coup de dés jamais n'abolira le hasard (1897), dove i versi, frammentati in molteplici voci narranti, sono affidati a personaggi che giungono a recitare la parte dei caratteri tipografici della poesia. Del 1978 è Dalla nube alla resistenza, apologo contro la tirannia tratto da C. Pavese e diviso in due parti: la prima, da Dialoghi con Leucò, analizza la nascita del Mito come dominio degli dei sugli uomini, e con registro simbolico e mezzi radicali tra cui lunghi piani-sequenza, silenzi e campi vuoti, introduce alla seconda parte, tratta da La luna e i falò, dove si descrive l'incontro tra un emigrato in America di ritorno in Italia e un partigiano che gli spiega il senso della guerra di Liberazione. Nel 1981 S. e la Huillet hanno realizzato Zu früh, zu spät ‒ Trop tôt, trop tard, che prende spunto da una lettera di F. Engels a K. Kautsky e da un estratto da La lutte de classes en Egypte, 1945-1970 di M. Hussein, e utilizza come attore drammatico principale il paesaggio egiziano: l'uomo è una parte del dramma della terra, non più il patetico protagonista individuale, ma presenza impotente in un processo storico sulla cui genesi e responsabilità la voce fuori campo invita alla riflessione. Più narrativa la caratura del successivo Amerika/Klassenverhältnisse, che estremizza il realismo della rappresentazione in un secco bianco e nero, e sfronda la scrittura kafkiana dei picchi di ridondanza descrittiva per intessere una critica radicale all'atrocità alienata del lavoro come legge del più forte. In seguito S. e la Huillet hanno realizzato una coppia di film Der Tod des Empedokles, oder Wenn dann der Erde Grün von Neuem euch erglänzt (1986), e Schwartze Sünde (1989), basati sulle varie stesure della tragedia in versi di F. Hölderlin: di nuovo ci si basa sulla predominanza drammatica del paesaggio ‒ in questo caso quello dell'Etna ‒ per giungere a un duro atto di protesta contro la strage della natura e la falsità dell'idea di democrazia diffusa nel mondo dominato dall'economia, incarnata nella figura estrema, dissidente e votata alla morte di Empedocle. Dopo il mediometraggio Cézanne im Gespräch mit Joachim Gasquet, noto anche come Cézanne (1989), basato sulla corrispondenza epistolare del pittore e materiali visivi eterogenei, S. e Huillet sono tornati al dramma greco rielaborando una precedente regia teatrale con il film Antigone (1992) da Sofocle, nella versione di Hölderlin rivista e adattata da Brecht, per realizzare una prepotente metafora in costume antico della guerra imperialista e della barbarie industriale. Dal romanzo Colette Baudoche di M. Barrès è quindi nato il cortometraggio Lothringen! (1994), cui è seguito Von Heute auf Morgen (1996), film musicale tratto da un'opera di Schönberg su libretto della moglie Gertrud, in cui si compie un'analisi del matrimonio come meccanismo di ingabbiamento del desiderio nella ragione pragmatica, impaginata nelle lunghe inquadrature fisse in bianco e nero che fanno da contrastante involucro estetico alla lirica atonale nel perimetro esatto di un palcoscenico. Del 1999 è Sicilia!: in esso S. e la Huillet, dopo aver lavorato a lungo a uno spettacolo teatrale con un gruppo di attori non professionisti, hanno affidato a un bianco e nero luminoso lo spirito originario dello scrittore E. Vittorini, cogliendo l'autenticità di corpi, volti e voci, ma straniando l'istanza realista attraverso una scelta di scarna intensità espressiva. Il lavoro su Vittorini e sul senso della Storia è proseguito anche nei film Operai, contadini (2001) e Il ritorno del figlio prodigo ‒ Umiliati (2003), entrambi tratti da Le donne di Messina, limpide opere sulla nascita e la fine di una comunità contadina-operaia. Con Une visite au Louvre (2004) è invece riemersa la riflessione sulla materia pittorica, a partire da P. Cézanne. Al metodo di lavoro di S. e Huillet è dedicato il documentario di Pedro Costa Où gît votre sourire enfoui? (2001).
R. Roud, Straub, London 1971.
Les films de Jean-Marie Straub et Danièle Huillet, éd. J.A. Fieschi, Paris 1977.
I film di Straub-Huillet (Quaderni di Filmcritica), Roma 1984.
Jean-Marie Straub, Danièle Huillet. Hölderlin, Cèzanne, éd. D. Painï, C. Tesson, Paris 1990.
B. Byg, Landscapes of resistance. The German films of Danièle Huillet and Jean-Marie Straub, Berkeley-Los Angeles-London 1995.
Il cinema di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, a cura di P. Spila, Roma 2001.