Trintignant, Jean-Louis
Attore cinematografico francese, nato a Piolenc l'11 dicembre 1930. Uno dei più noti divi d'Oltralpe a partire dagli anni Sessanta, eclettico ed elegante, dai lineamenti regolari e dotato di un fascino conturbante, T. è riuscito a passare con eguale intensità dal giovane riservato e ingenuo di Il sorpasso (1962) di Dino Risi, all'ambiguo professore di Il conformista (1970) di Bernardo Bertolucci, all'assassino cinico e glaciale di Flic story (1975) di Jacques Deray. La sua capacità di interpretare un ampio spettro di personaggi gli ha permesso di cimentarsi con generi diversi e con le più varie correnti cinematografiche: dai film semi-sperimentali di Alain Robbe-Grillet al poliziesco francese degli anni Settanta di Deray e Granier-Deferre, alle opere di due autori della Nouvelle vague come Eric Rohmer e François Truffaut. Nel 1968 ha vinto l'Orso d'argento al Festival di Berlino per il film L'homme qui ment (L'uomo che mente) di Robbe-Grillet, l'anno seguente ha ricevuto il premio per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes per Z (Z ‒ L'orgia del potere) di Constantin Costa-Gavras, e nel 1972 gli è stato conferito uno speciale David di Donatello.
Di famiglia alto-borghese e nipote di un famoso pilota di Formula uno (per un certo periodo lui stesso si dedicò alle gare automobilistiche), T. giunse a Parigi nel 1950 per intraprendere studi teatrali. Nel 1953 si mise in luce recitando nel Britannicus di J. Racine e nel Don Juan di Molière, e due anni più tardi ottenne il suo primo ruolo cinematografico nel cortometraggio Pechineff di Marcel Ichac. Dopo alcune parti minori diventò famoso con il ruolo del timido innamorato della protagonista di Et Dieu créa la femme (1956; Piace a troppi) di Roger Vadim, film che lanciò la seducente Brigitte Bardot a livello internazionale. Dopo un periodo di lontananza dal cinema per un prolungato servizio militare in Algeria, T. ritornò a recitare con Vadim in Les liaisons dangereuses (1959; Relazioni pericolose), cui fece seguito una felice stagione divisa tra la Francia e l'Italia, durante la quale T. prese parte a Estate violenta (1959) di Valerio Zurlini, Il sorpasso di Risi e Il successo (1963) di Mauro Morassi. Nel drammatico film di Risi T. è un timido laureando che incontra casualmente un viveur esuberante e sfrontato (Vittorio Gassman), un ruolo che gli permise di portare a completa maturazione la tipologia dei personaggi fino ad allora interpretati. Con il drammatico Un homme et une femme (1966; Un uomo, una donna) di Claude Lelouch, che riscosse un grande successo internazionale, T. si rivelò perfetto come personaggio romantico e seducente. Nei film della seconda metà degli anni Sessanta emerse il suo lato ambiguo in ruoli di catalizzatore della perversione e del crimine, a partire da Les biches (Le cerbiatte) di Claude Chabrol a La matriarca di Pasquale Festa Campanile, entrambi del 1968. Significative sono state le sue apparizioni nelle opere di ricerca sperimentale dirette da Robbe-Grillet L'homme qui ment e Trans-Europ-Express (1966; Trans-Europ-Express ‒ A pelle nuda), alle quali hanno fatto seguito la commedia Ma nuit chez Maud (1969; La mia notte con Maud) di Rohmer in cui T. è un ingegnere moralista e rigorosissimo, e due film politicamente impegnati, Z di Costa-Gavras, dove è un giudice incorruttibile, e Il conformista di Bertolucci. Negli anni Settanta si è dedicato soprattutto al cinema commerciale, recitando sia in commedie sia in film polizieschi, come Le voyou (1970; Voyou ‒ La canaglia) di Lelouch, Sans mobile apparent (1971; Senza movente) di Philippe Labro, oppure in gialli quali La donna della domenica (1975) di Luigi Comencini, e Vivement dimanche! (1983; Finalmente domenica!), ultimo film diretto da Truffaut. Negli anni Ottanta e Novanta T. è riuscito a ritagliarsi ruoli particolari nel cinema d'autore, come in: Colpire al cuore (1982) di Gianni Amelio, interessante opera sul terrorismo, Rendez-vous (1985) di André Téchiné e Trois couleurs: rouge (1994; Tre colori ‒ Film rosso) di Krzysztof Kiešlowski.
La figlia Marie, nata nel 1962 dal matrimonio dell'attore con Nadine Marquand (poi nota come regista cinematografica con il nome di Nadine Trintignant, n. 1935) e morta nel 2003, aveva intrapreso anch'essa la carriera cinematografica interpretando, tra gli altri, Betty (1992) di Chabrol e alcuni film diretti dalla madre, come Fugueuses (1995).