Pittore (Rouen 1791 - Parigi 1824). Di famiglia colta e benestante, nel 1798 si trasferì a Parigi dove frequentò gli atelier di C. Vernet e poi di Ch. Guérin, ma sulla sua formazione influì soprattutto A. Gros e lo studio, al Louvre, della pittura fiamminga ed olandese del Seicento e della pittura veneziana. Nel 1812 aprì un proprio studio e dipinse numerosi quadri che sono esaltazioni della vita militare interpretata in chiave eroica: Ufficiale dei cacciatori all'attacco (1812, Louvre), Cavallo spaventato dal fulmine (1813, Londra, National Gallery), Corazziere ferito (1814, Louvre), ecc. Nel 1816 compì un viaggio in Italia, dove la conoscenza delle opere di Raffaello, di Michelangelo e di Caravaggio influì notevolmente sulla maturazione del suo stile (Corsa dei barberi, 1816, Rouen, Musée des beaux arts; La corsa dei barberi, 1817, Baltimora, Walters Art Gallery). Tornato a Parigi conobbe Delacroix e nel 1819 presentò al Salon La zattera della Medusa, quadro gigantesco (35 m2), fonte di accese polemiche per la fusione, realizzata con romantica intensità drammatica, tra gusto compositivo classico e dinamica rappresentazione della realtà. Recatosi in Inghilterra nel 1821, ebbe modo di conoscere la libera e non accademica pittura di Constable e Lawrence. Sono di questo periodo litografie con scene della vita inglese e il Derby di Epsom (1821, Louvre), capolavoro di quegli anni. G. fu un importante tramite alla conoscenza in Francia della pittura inglese: conoscenza che concorse al superamento della tradizione accademica. Di ritorno in Francia, dall'amicizia con lo psichiatra parigino Georget nacque una impressionante galleria di ritratti di nevrotici (Alienata con mania del gioco, 1822, Louvre; Folle assassino, 1823, Louvre, ecc.). Oltre a penetranti studî, disegni e litografie, egli eseguì alcune interessanti figure modellate in cera.