Pittore (Grasse 1732 - Parigi 1806). Fu il massimo riferimento artistico prima della Rivoluzione e si dedicò soprattutto alla pittura di piccoli quadri, garbati nel disegno e nel colore. Trattò soggetti assai diversi: senza mai abbandonare del tutto la pittura religiosa, preferì i temi galanti, talvolta addirittura licenziosi, e i motivi intimi, cari al gusto degli "amateurs" borghesi del suo tempo.
A Parigi dal 1746, fu allievo prima di F. Boucher e poi (1753-56) di C. van Loo; pensionato dell'Accademia di Francia a Roma (1756-63); studiò la pittura decorativa del sec. 17°, approfondendo soprattutto l'opera di P. Barocci, Pietro da Cortona, dei Carracci; strinse amicizia con H. Robert con cui lavorò a Tivoli e visitò Parma, Venezia e Napoli dove poté studiare Ribera, Luca Giordano, Solimena. A Parma ammirò il Correggio; a Venezia il Tiepolo. I disegni di questo periodo, incentrati sul paesaggio italiano, costituiscono il documento più significativo dell'attività giovanile di Fragonard. Ritornato a Parigi, si fece subito notare col grande quadro Corésus et Callirhoé (intorno 1764, Louvre). Abbandonò ben presto la grande composizione per dedicarsi alla pittura di piccoli quadri. Attese anche a lavori di decorazione pittorica, nel padiglione di M.me du Barry a Louveciennes (cinque quadri con storie d'amore, ora nella collezione Frick a New York); altro quadro decorativo è la Fête de Saint-Cloud (Banca di Francia). Illustrò con mirabili disegni l'Orlando Furioso e il Don Chisciotte. Nel 1790 riparò nel paese natale per sfuggire alla Rivoluzione; tornato poi a Parigi, fu nominato conservatore del museo del Louvre. Presto dimenticata dopo l'avvento del Neoclassicismo, l'arte di F. fu rivalutata sul finire del secolo scorso, soprattutto per merito dei Goncourt, che videro in essa un precorrimento dell'impressionismo e la più tipica e nobile espressione del gusto francese del Settecento.