DRUGMAN, Jean-François (Gianfrancesco)
Nacque nelle Fiandre e tra il 1765 e il 1794 fu attivo a Parma, dove era conosciuto col soprannome di Flamand. Ebbe diversi figli, tra cui Nicola (padre di Giuseppe) e Guglielmo, che proseguirono l'attività di intagliatore e falegname del padre.
Quando arrivò a Parma dalle Fiandre era già noto poiché nell'ottobre del 1765 venne chiamato a stimare alcuni mobili della marchesa de Gonzales (Briganti, 1977). Dal 1766 al '68 eseguì con M. Poncet, avendo sotto la sua direzione ventisei falegnami tra cui I. Marchetti e G.P. Panini, i mobili disegnati da E.A. Petitot per la galleria grande della Biblioteca Palatina. Al D. si debbono in particolare la scansia per conservare i manoscritti e due cassette, una per le medaglie dei Farnese e l'altra per il Parnaso francese, richieste da P. M. Paciaudi. Nel '68 lavorò pure per arredare la reale ducal stamperia, diretta da G. B. Bodoni, e ricevette un compenso di L. 5.974.
All'inizio del 1769, fervendo i preparativi per il matrimonio tra il duca Ferdinando e Maria Amalia d'Asburgo-Lorena, fu assunto provvisoriamente dalla corte borbonica col soldo di L. 3.000 e la pensione di L. 7.000, ma continuò a lavorare anche per la committenza privata, come dimostrano i pagamenti a lui effettuati dai principi Meli Lupi di Soragna tra il 1769 e il '71 per l'esecuzione di mobili.
Tra il 1787 e il '91 costruì le scaffalature per il nuovo braccio della Biblioteca Palatina. L'ultima notizia che si ha di lui riguarda la realizzazione nel 1794 di due confessionali per l'oratorio della rocca di Sala Baganza, allora di proprietà ducale, finiti poi a Parma presso i cappuccini.
Fonti e Bibl.: U. Benassi, Il tipografo Giambattista Bodoni e i suoi allievi punzonisti, in Arch. stor. delle provincie parmensi, XIII (1913), p. 69; Id., Guglielmo Du Tillot, un ministro riformatore del sec. XVIII, ibid., XIX (1919), p. 208; G. Pellegri, Ennemondo Alessandro Petitot, Parma 1965, pp. 75, 167; C. Briganti, Documents sur les arts à la cour de Parme au XVIII siècle, in Antol. Di belle arti, I (1977), 4, p. 386; G. Bertini, L'arte del legno a Parma nel XVIII sec., in L'arte a Parma dai Farnese ai Borbone, Parma 1979, p. 420; Id., P. M. Paciaudi e la formaz. della Biblioteca Palatina di Parma, estratto da Aurea Parma, LXVI-LXVII (1982-83), pp. 26, 61, 68; G. Cirillo-G. Godi, Il mobile a Parma fra barocco e romanticismo, Parma 1983, ad Indicem; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 588 (sub voce Drugman).