ARAGO, Jean François Dominique
Fisico e astronomo francese nato il 27 febbraio 1786 ad Estagel, piccolo villaggio dei Pirenei presso Perpignano; morto nel 1853. Ebbe vita avventurosa non difforme dal carattere: fin da fanciullo egli si era assuefatto alla visione dei grandi movimeriti militari e ai clamori guerreschi. Studiò dapprima nel collegio municipale di Perpignano, poi al Politecnico, ove leggeva assiduamente Legendre, Eulero, Laplace, Lagrange. Terminati gli studî, divenne dapprima ufficiale di artiglieria, poi (1804) segretario dell'osservatorio di Parigi, e poco dopo fu incaricato, insieme con Biot, di compiere la misura del meridiano terrestre interrotta nel 1804 per la morte di Delambre.
Le operazioni necessarie a compiere tali misure, condotte fra Barcellona e le Baleari, furono addirittura romanzesche. Scoppiata improvvisamente la guerra franco-spagnuola, mentre l'A. si trovava nell'isola di Maiorca, il popolo fu insospettito dall'attività del grande fisico, e dai fuochi che egli, a scopo di segnalazione, andava accendendo sul monte Galatzo. Cominciò a diffondersi la voce che egli facesse dei segnali alle truppe francesi che avrebbero dovuto invadere il paese. Travestito con un costume da popolano del luogo, e contraffacendo l'accento catalano, A. riuscì a stento a sottrarsi al furore popolare, e fu chiuso in prigione dalle autorità che cercarono così di salvargli la vita (1808). Liberato, raggiunse Algeri dopo un rischioso viaggio, e di qui salpò alla volta di Marsiglia. Ma qui nuove peripezie lo attendevano: ché il veliero cadde in mano di corsari spagnuoli, ed egli restò prigioniero tre mesi. Imbarcatosi nuovamente, la tempesta lo spinse ancora verso l'Africa, ed egli poté raggiungere Algeri travestito da beduino. E là visse avventurosamente finché non riuscì a tornare in Francia.
Quivi nel 1809 fu eletto membro dell'Accademia di scienze, astronomo dell'osservatorio, professore di geometria analitica. Produsse attivamente nel campo delle scienze fino al 1830, quando fu eletto deputato. Fu poi ministro della marina, e nel 1848 presidente della commissione esecutiva. Nei suoi ultimi anni fu cieco, ma lo soccorreva nell'intenso lavoro, per riordinare le sue opere, una memoria prodigiosa.
Scoprì la polarizzazione cromatica della luce (1811) e, insieme con Fresnel, la polarizzazione rotatoria (1817). Sempre con il Fresnel trovò la celebre legge sull'interferenza della luce polarizzata (1819). Seguì gli studî di Oersted sull'elettromagnetismo, e nel 1820 stabilì che un filo metallico qualunque, percorso da corrente, agisce sulla limatura di ferro, e ne concluse che ogni filo metallico - anche se non di ferro - percorso da corrente può considerarsi come una calamita. Diede una celebre classificazione delle scariche atmosferiche, compì importanti studî di fotometria, di meteorologia, di acustica, di magnetismo, ecc. Particolare rinomanza acquistò con le sue bellissime conferenze di astronomia popolare.
Subito dopo la sua morte furono pubblicate le sue opere complete in sedici volumi. I primi quattro sono di astronomia (Astronomie populaire), seguono tre di Notices biographiques, cinque di Notices scientifiques, uno relativo ai suoi viaggi scientifici, due di Mémoires scientifiques, e un ultimo contenente scritti varî.
Bibl.: A. Audiganne, F. Arago, 2ª ed., Parigi 1869; J. A. Barral, F. Arago, Parigi 1853; Lunel, Biographie de F. Arago, Parigi 1853.