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FOUQUET, Jean

di Hélène M. Castell - Enciclopedia Italiana (1932)
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FOUQUET (o Foucquet), Jean

Hélène M. Castell

Pittore e miniatore. Nacque a Tours verso il 1420, morì ivi verso il 1480. Benché tra gli artisti più apprezzati all'epoca di Carlo VII e di Luigi XI, quando, essendo occupata Parigi, la corte risiedeva a Bourges, poco della sua vita è noto. In gioventù venne a Roma, ove dipinse ad olio, su tela, un ritratto di papa Eugenio IV. Trovandosi a Parigi quando morì Carlo VII, ne dipinse la maschera. Prima del 1475 divenne pittore ufficiale di Luigi XI e col favore della corte ebbe numerose ordinazioni. Nel 1474 fece un progetto per la tomba di Luigi XI in collaborazione con Michele Colombe e Colin d'Amiens.

Le sole miniature del F., accertate da documenti, sono quelle del primo volume di un'edizione delle Antichità giudaiche di Giuseppe Flavio che l'artista illustrò per Giacomo d'Armagnac, duca di Nemours, con numerose scene di battaglie, piene di figure e di movimento su paesaggi trasparenti il secondo volume è da attribuirsi con probabilità al figlio, Francesco F.). Le miniature del Libro d'ore di Stefano Chevalier, scomposto nel sec. XVIII (40 miniature a Chantilly, due al Louvre, una nella Biblioteca Nazionale di Parigi, una al British Museum di Londra), sono generalmente attribuite al F., e considerate uno dei suoi più bei lavori. Vi si ritrovano la stessa maniera, gli stessi paesaggi e l'evidente derivazione dai precursori franco-fiamminghi come i fratelli Limbourg. Ricordi italiani affiorano nelle architetture di pilastri e colonne tortili, nelle rivestiture dorate di pareti. La sua abilità di ritrattista si rivela nei visi trattati con un virtuosismo pieno di grazia. Un'altra miniatura del F. adorna la pagina iniziale Degli Statuti dell'Ordine di San Michele, fondato nel 1461 da Luigi XI. Altre miniature in diversi manoscritti sono state attribuite al F. con varia verosimiglianza. Il F. fu un potente ritrattista. Lo prova la figura di Stefano Chevalier presentato dal suo Santo Patrono alla Vergine (Berlino, Museo), parte di un dittico che si trovava originariamente nella chiesa di Notre-Dame di Melun (l'altra tavola è ad Anversa, Museo); è senza dubbio della stessa mano del Libro d'Ore.

Il Louvre possiede probabilmente i due più bei ritratti ad olio del F.: Carlo VII (prima del 1461) e Jouvenel des Ursins. Un grande disegno (Berlino, Museo), che si può considerare preparazione di quest'ultimo ritratto, dimostra meglio la larghezza di questo stile monumentale. Niente di simile nel presunto ritratto di Florimont Robertet (Vienna, Galleria Lichtenstein) di una fattura più asciutta, che ricorda le botteghe della Francia settentrionale. Sono forse del F. due lastre smaltate: una al Louvre con il suo autoritratto, l'altra, raffigurante una scena religiosa, a Berlino, già nella cornice del dittico di Melun. L'arte del F. si rivela soprattutto nelle miniature e nei ritratti, unendo all'amore del particolare, appreso dai fiamminghi, l'ampiezza della concezione e dello stile, cara agli italiani, in una maniera che già si può dire francese.

V. tavv. CLXXIII e CLXXIV.

Bibl.: Miniaturen des J. F. im Besitze d. Herrn Louis Brentano, Francoforte 1855; L. Curmer, L'øuvre de J. F., Parigi 1866; F. A. Gruyer, Chantilly, les 40 Foucquet, Parigi 1897; G. Lafenestre, J. F., Parigi 1905; H. Omont, Grandes chroniques de France, enluminées par J. F., Parigi s. a.; P. Durrieu, Les antiquités judaiques, Parigi 1908 (con ampia bibl.); id., Le Boccace de Munich, Monaco 1909; id., in Hist. de l'art., IV, ii, Parigi 1911, pp. 423-30; Friedländer, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XII, Lipsia 1916 (con bibl.); H. Bouchot, Les primitifs français, Parigi 1904; L. Dimier, Les primitifs français, Parigi s. a.; G. Swarzenski e L. Baet, Philippe de Comynes and the Painter J. F., in The Burl. Mag., XXV (1914), pp. 40-59; H. Martin, La miniature française du XIIIe au XVe siècle, Parigi 1923; F. Winkler, Eine Bilderhandschrift von F. in Wolfenbüttel, in Zeitschrift f. bild. Kunst, LXI (1927-28), pp. 345-49; E. P. Spencer, Les Heures de Diane de Croy attribuées à F., in Gaz. des beaux-arts, 1931, I, pp. 329-39; Trenchard Cox, J. F., Londra 1931.

Vedi anche
ritratto Pittura, scultura o fotografia che ritrae, cioè rappresenta la figura o la fisionomia di una o più persone. 1. Il ritratto nell’antichità L’arte egizia ebbe un particolare interesse per la riproduzione di tratti individuali, creando così vitali espressioni fisionomiche e tipizzando invece la rappresentazione ... Colantònio Colantònio. - Pittore (attivo a Napoli tra il 1440 e il 1470). Il suo nome, che compare nella lettera sulla storia dell'arte napoletana di P. Summonte (1524), è legato al polittico per la chiesa di S. Lorenzo Maggiore, di cui rimangono un S. Girolamo nello studio e un S. Francesco che consegna la regola ... Jean Colombe Colombe ‹kolõ´b›, Jean. - Miniatore (m. Bourges 1529), fratello di Michel. Attivo dal 1463 nell'ambito del gotico internazionale e sotto l'influsso di J. Fouquet, eseguì per la regina Carlotta di Savoia il Livre de douze périls d'enfer (1480 circa, Parigi, Bibl. nat.), il Romuléon (con l'anagramma del ... Antonèllo da Messina Antonèllo da Messina. - Pittore (Messina 1430 circa - ivi 1479). Influenzata all'inizio dalla pittura borgognona e fiamminga, di cui risentono le prime opere, l'arte di Antonello da Messina in seguito matura in una resa di forme grandiosamente semplici e dai colori luminosi e purissimi, una sintesi che ...
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