FOUQUET (o Foucquet), Jean
Pittore e miniatore. Nacque a Tours verso il 1420, morì ivi verso il 1480. Benché tra gli artisti più apprezzati all'epoca di Carlo VII e di Luigi XI, quando, essendo occupata Parigi, la corte risiedeva a Bourges, poco della sua vita è noto. In gioventù venne a Roma, ove dipinse ad olio, su tela, un ritratto di papa Eugenio IV. Trovandosi a Parigi quando morì Carlo VII, ne dipinse la maschera. Prima del 1475 divenne pittore ufficiale di Luigi XI e col favore della corte ebbe numerose ordinazioni. Nel 1474 fece un progetto per la tomba di Luigi XI in collaborazione con Michele Colombe e Colin d'Amiens.
Le sole miniature del F., accertate da documenti, sono quelle del primo volume di un'edizione delle Antichità giudaiche di Giuseppe Flavio che l'artista illustrò per Giacomo d'Armagnac, duca di Nemours, con numerose scene di battaglie, piene di figure e di movimento su paesaggi trasparenti il secondo volume è da attribuirsi con probabilità al figlio, Francesco F.). Le miniature del Libro d'ore di Stefano Chevalier, scomposto nel sec. XVIII (40 miniature a Chantilly, due al Louvre, una nella Biblioteca Nazionale di Parigi, una al British Museum di Londra), sono generalmente attribuite al F., e considerate uno dei suoi più bei lavori. Vi si ritrovano la stessa maniera, gli stessi paesaggi e l'evidente derivazione dai precursori franco-fiamminghi come i fratelli Limbourg. Ricordi italiani affiorano nelle architetture di pilastri e colonne tortili, nelle rivestiture dorate di pareti. La sua abilità di ritrattista si rivela nei visi trattati con un virtuosismo pieno di grazia. Un'altra miniatura del F. adorna la pagina iniziale Degli Statuti dell'Ordine di San Michele, fondato nel 1461 da Luigi XI. Altre miniature in diversi manoscritti sono state attribuite al F. con varia verosimiglianza. Il F. fu un potente ritrattista. Lo prova la figura di Stefano Chevalier presentato dal suo Santo Patrono alla Vergine (Berlino, Museo), parte di un dittico che si trovava originariamente nella chiesa di Notre-Dame di Melun (l'altra tavola è ad Anversa, Museo); è senza dubbio della stessa mano del Libro d'Ore.
Il Louvre possiede probabilmente i due più bei ritratti ad olio del F.: Carlo VII (prima del 1461) e Jouvenel des Ursins. Un grande disegno (Berlino, Museo), che si può considerare preparazione di quest'ultimo ritratto, dimostra meglio la larghezza di questo stile monumentale. Niente di simile nel presunto ritratto di Florimont Robertet (Vienna, Galleria Lichtenstein) di una fattura più asciutta, che ricorda le botteghe della Francia settentrionale. Sono forse del F. due lastre smaltate: una al Louvre con il suo autoritratto, l'altra, raffigurante una scena religiosa, a Berlino, già nella cornice del dittico di Melun. L'arte del F. si rivela soprattutto nelle miniature e nei ritratti, unendo all'amore del particolare, appreso dai fiamminghi, l'ampiezza della concezione e dello stile, cara agli italiani, in una maniera che già si può dire francese.
V. tavv. CLXXIII e CLXXIV.
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