Pittore e miniatore francese (Tours 1420 circa - ivi tra il 1477 e il 1481). Rinnovò le sue esperienze borgognone e fiamminghe con un nuovo senso dello spazio, governato dalla tecnica della prospettiva appresa in Italia. La sua arte è segnata da valori luministici di derivazione eyckiana, da una chiara articolazione dello spazio con equilibrio e semplicità anche nelle composizioni più complesse, da forza plastica anche nella più raffinata ricerca di colori preziosi, da potenza d'individuazione psicologica. Fu autore del dittico già nella chiesa di Melun e delle miniature del Libro d'ore (Chantilly, Musée Condé).
Famoso tra i contemporanei e noto ancora nel 16º sec., F. fu riscoperto intorno al 1830, quando si rilevò il suo nome legato alle miniature che illustrano la traduzione delle Antichità giudaiche di Flavio Giuseppe (Parigi, Bibliothèque Nationale). La probabile formazione a Parigi, a contatto con le più avanzate esperienze fiamminghe e borgognone e un soggiorno in Italia (prima del 1447, a Roma, eseguì un ritratto di Eugenio IV, perduto, e poté conoscere il Beato Angelico), che lasciò tracce non solo con "ricordi di viaggio" ma anche nell'uso sapiente della prospettiva, sono le matrici dell'arte di F. Dopo il realistico ritratto di Carlo VII (Louvre), collocabile prima del suo viaggio in Italia, capolavori di F., che tenne la sua bottega a Tours e nel 1475 fu nominato pittore di Luigi XI, sono le opere eseguite per Étienne Chevalier: il dittico già nella chiesa di Melun (Madonna col Bambino, mus. di Anversa; E. Chevalier con il patrono s. Stefano, Berlino, Staat. Mus.; forse alla cornice del dittico apparteneva l'autoritratto in smalto con l'iscrizione del suo nome, ora al Louvre) e le miniature del Libro d'ore (in massima parte conservate a Chantilly, Museo Condé); e ancora il ritratto di G. Jouvenel des Ursins (Louvre), le miniature della traduzione del De casibus virorum illustrium di Boccaccio (Monaco, Staatsbibl.) e quelle delle Grandes chroniques des rois de France (Parigi, Bibliothèque Nationale) e delle già ricordate Antichità giudaiche, dal carattere più narrativo, con scene di massa contro vasti paesaggi di sfondo. Opera di F. è considerata anche la monumentale pala con la Pietà nella chiesa di Nouans.