COCTEAU, Jean
Scrittore francese, nato a Maisons-Laffitte il 5 luglio 1892. Pubblicò Le Prince Frivole (1909), La danse de Sophocle (' 12), Le Cap de Bonne-Espérance ('18), Poésies ('20), Vocabulaire ('22), Plainchant ('23). Con Grand Écart ('23), tentò il romanzo dell'adolescenza, con Les amants de la Tour Eiffel ('24), il teatro, e il breve saggio polemico con Le coq et l'Arlequin (1919).
Ha scritto inoltre: Le rappel à l'ordre 1926); Lettre à Maritain (1926); Les enfants terribles (1929); La voix humaine (1929); Opium (1930), attraversando tutti i gruppi di avanguardia. Ha incominciato col cubismo, conservando le stravaganze tipografiche di Mallarmé, ciò che non gli ha impedito talvolta di risalire indietro fino a Ronsard; ha accolto con simpatia le più audaci negazioni dadaiste; finalmente si è convertito al neocattolicismo, capeggiando con Max Jacob e Pierre Reverdy il gruppo del Roseau d'or. Nella successione ininterrotta degli atteggiamenti più disparati, è impossibile fissare le linee di una personalità ben definita. Forse l'elemento essenziale del suo spirito è la ricerca di valori assoluti: la poesia o Dio. Finora la sua opera si può considerare come una serie di interessanti esperienze artistiche.
Bibl.: P. Dominique, Quatre hommes entre vingt, Parigi 1924; L. Dubech, Les chefs de file de la jeune génération, Parigi 1925.